LA RICOSTRUZIONE – SECONDA PARTE: I giorni precedenti la morte del biologo marino, Cesaris lo aveva pedinato per mettere a punto il piano omicidiario
TARQUINIA – Claudio Cesaris domattina sarà presente nell’aula del Gip del Tribunale di Civitavecchia per l’udienza preliminare che servirà a stabilire con esattezza anche i capi d’imputazione.
Ha ucciso con premeditazione e freddezza il suo presunto rivale in amore Dario Angeletti, originario di Civitavecchia, docente ricercatore di biologia marina dell’Unitus di Viterbo in servizio nella sede distaccata delle “Saline” a Tarquinia.
Claudio Cesaris sarà tradotto dal carcere romano di Rebibbia dov’è attualmente detenuto per assistere alla sua prima udienza. E’ assistito dagli avvocati Michele Passione del Foro di Firenze e Alessandro De Federicis del Foro di Roma.
Tante le parti civili già individuate dal magistrato Alessandro Gentile. La moglie del professore Maria Reichel Saskia, le sorelle Maria Elena e Roberta; il figlio Nicholas e la donna oggetto del contendere Adriana Bellati difesa dall’avvocato Andrea Genovese.
Cesaris non si era mai rassegnato alla fine della relazione con la collega Adriana Bellati, molto più giovane di lui. Amore diventato ossessione. Mail di minacce, sms e messaggi vocali whatsapp, pedinamenti, appostamenti, incontri solo all’apparenza casuali in più luoghi come ad esempio a Bolsena.
L’ex tecnico di biologia presso l’Università di Pavia ha maturato l’omicidio all’inizio di dicembre dello scorso anno. Ha cercato su google come uccidere una persona senza lasciare prove o indizi. Si era procurato un’arma non di sua proprietà. Intensificato i pedinamenti perché aveva intuito che l’amicizia tra Dario Angeletti e la ricercatrice in servizio presso la stessa struttura, Adriana Bellati, stava per diventare qualcosa di più. Una relazione vera e propria anche se, fino a quel momento, tra i due, c’erano stati solo incontri amichevoli.
Adriana Bellati cercava di mantenere buoni rapporti con l’anziano ricercatore anche quando se lo era ritrovato vicino di casa a San Martino al Cimino dove si era trasferita.
Il 19 maggio del 2021 il pensionato aveva avvicinato la donna puntandole un dito vicino alla tempia dicendole: “Quando hai una pistola puntata alla tempia o quando puntano la pistola alla tempia di chi ami fai quello che ti dicono di fare”:
E’ proprio in questo periodo che Cesaris scopre della frequentazione della Bellati con Angeletti grazie ad un dispositivo GPS da lui posizionato nella vettura della donna.
Il 22 maggio del 2021 la segue a Bolsena. Dal 14 al 17 ottobre sempre del 2021 la segue negli spostamenti a Bologna, Sendriano e Novara. Dal 12 novembre e per tutto il mese segue passo passo i suoi spostamenti tra Tarquinia e Civitavecchia.
Dicembre, mese dell’omicidio, i pedinamenti sono quattro. Il 3, 4, 6 e 7 giorno dell’omicidio.
Proprio il 7 dicembre del 2021 Claudio Cesaris si apposta vicino casa della Bellati e aspetta che esca di casa. Era già armato. La segue nel tragitto Monteromano, Tarquinia fino alle Saline dove la donna si stava recando al lavoro.
A quel punto si organizza lontano da occhi indiscreti (ma non della nuova telecamera fatta posizionare dal sindaco pochi giorni prima) e a piedi si reca lungo la strada dell’oasi naturale che porta dal parcheggio alla sede del dipartimento di biologia marina dell’Unitus.
E’ quasi ora di pranzo. Lui sapeva che di li a poco sarebbe uscito Dario Angeletti per andare a mangiare qualcosa. Lo vede e con una scusa lo ferma. Sale nella sua auto. Un tragitto di poco più di un chilometro fino al parcheggio dove sparerà a bruciapelo due colpi alla nuca del professore.
Agli investigatori ha detto di aver reagito ad una frase pronunciata da Angeletti: “Le donne quando hanno le gambe aperte sono tutte uguali”.
Difficile credergli come è altrettanto difficile poter immaginare che uscirà vivo dal carcere.
All’udienza di domani ci sarà anche l’avvocato Paolo Pirani che rappresenta il Comune di Tarquinia che presenterà la richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’ente.
(SEGUE)