L’addio alle primarie (di fatto) per la scelta del candidato Presidente della regione Lazio sancito dal Segretario nazionale Enrico Letta è solo la punta dell’iceberg. Errori strategici e non solo dietro le difficoltà di quella parte del PD che fino a pochi mesi fa ambiva ad un ruolo egemone all’interno del partito (e della regione)
ROMA – Nicola Marini (nella foto) lascia il CAL e al suo posto viene eletto Sandro Runieri. Sandro Runieri lascia il seggio alla Città Metropolitana di Roma e al suo posto subentra Nicola Marini.
Non è uno scioglilingua ma è quello che è successo nei mesi scorsi nel PD della provincia di Roma. Che negli ultimi tempi è entrato letteralmente in confusione. Vedi le caldissime riunioni dei giorni scorsi con l’intervento risolutivo del “pompiere” Enrico Letta, che ha dovuto adoperarsi per dirimere il nodo “candidato alla Presidenza della regione”. Che per mesi ha visto un uomo solo al comando: Daniele Leodori, graditissimo al segretario regionale Bruno Astorre.
In poco tempo la ruota è girata in modo clamoroso ed oggi le azioni del vicepresidente della Giunta sono in nettissimo ribasso. Alcuni dicono essere addirittura inesistenti.
Troppe le polemiche, politiche e non solo, nate intorno alla corrente che fa capo al senatore Astorre.
Senza tornare su argomenti già ampiamente trattati in precedenza, come Cep (una brutta vicenda che ha visto protagonista principale Gaetano Bartoli, già nella segreteria di Leodori insieme al figlio Riccardo) o la “Concorsopoli di Allumiere” con le assunzioni, tra gli altri, degli assessori di Labico e San Cesareo e che ha portato, oltre alle dimissioni di Buschini, anche all’addio alla poltrona di vice capo di gabinetto di Paolo Bianchini (unito al flop elettorale di un altro collaboratore di Leodori, il sindaco Antonio Pasquini), c’è un’altra vicenda (legittima per carità) che ha indispettito più d’uno.
All’inizio del mese di dicembre 2021 il presidente del Cal, l’ex sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, si è dimesso dall’incarico. Al suo posto, pochi giorni dopo, è stato eletto Sandro Runieri, sindaco di Rocca Santo Stefano e già responsabile della segreteria dell’Ufficio di gabinetto del Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori. Lo stesso Runieri, poi, ha traslocato con Leodori in Giunta prendendo il ruolo di suo caposegreteria.
Il 19 dicembre Marini, che aveva lasciato la presidenza del Cal, diventa vittima di un errore di calcolo del Partito Democratico della provincia di Roma (in particolare della componente molto forte nei Castelli romani) che gli aveva garantito l’elezione in consiglio metropolitano. L’ex sindaco di Albano, complice la confusione che regna nel PD, arriva al 15° posto nella lista rimanendo quindi escluso dal Consiglio risultando il primo dei non eletti.
Uno smacco senza precedenti a cui il partito riesce a mettere una toppa a ridosso del Santo Natale facendo dimettere dalla Città Metropolitana proprio Runieri, che nel frattempo era stato eletto posizionandosi davanti a Marini. Lasciando tutti senza parole.
Di Sandro Runieri ne abbiamo parlato già nei mesi scorsi e se ne è discusso nelle numerose audizioni in Commissione Trasparenza, presieduta da Chiara Colosimo, a proposito della selezione pubblica che ha visto, tra gli idonei poi assunti presso altre amministrazioni laziali, Emanuela Panzironi, sindaca piddina di Zagarolo, oltre ad un altro primo cittadino, un consigliere comunale e due nomi legati alla politica locale.
D’altronde bisogna dare atto a Runieri di aver dimostrato lealtà da militante e le sue dichiarazioni nel giorno delle dimissioni sono eloquenti: “Mi sono sempre approcciato alla politica ragionando di squadra e mai come singolo… Posso immaginare il dispiacere e la delusione per chi mi stima e per chi mi ha votato, ma sappiate che ci sono stato, ci sono e ci sarò sempre, lavorando sodo a sostegno di tutte le Amministrazioni locali e dei territori della Provincia”.
Una lealtà che lo ha portato ad essere sempre in stretta sintonia con il vicepresidente Leodori. Prima come capo della segreteria del suo Ufficio di Gabinetto e poi in qualità di responsabile della vicepresidenza. Alla Pisana anche in compagnia di Bartoli e Pasquini.