L’AQUILA – Marina Conte è la mamma degli italiani. La madre di Marco Vannini ha ricevuto il prestigioso premio nazionale “Donna 2022”, organizzato dalla Onlus Antonio Padovani e nato per combattere la violenza fisica e psicologica in rosa, valorizzando le figure femminili che si sono distinte in vari ambiti nella società civile e professionale.
«È un riconoscimento significativo – commenta– ma avrei preferito non riceverlo, avrei voluto che Marco fosse ancora qui tra le mie braccia». Dalle sue parole emerge ancora il dolore, quello di una mamma ferita, una ferita che non può essere ricucita, nemmeno dopo la sentenza definitiva che, il 3 maggio dello scorso anno, ha spedito in carcere l’intera famiglia Ciontoli per omicidio volontario.
Poi i ringraziamenti. «Prima di tutto a mio marito Valerio – ammette – sempre accanto a me per ottenere giustizia. Poi ai miei familiari, agli avvocati, in particolare a Celestino Gnazi che nei momenti brutti ha avuto sempre parole importanti per non farmi mai abbattere. Credo sia giusto anche ringraziare la stampa che ci ha aiutato tantissimo per accendere i riflettori sulla storia drammatica di nostro figlio».
Cinque sentenze ci sono volute per decretare la fine del processo, quasi 40 udienze in sei anni. Un iter tortuoso ed infinito per i genitori della vittima, ucciso con un colpo di pistola il 17 maggio del 2015 mentre si trovava a casa della sua ex fidanzata, a Ladispoli. Uno choc per la comunità e per tutti quelli che conoscevano Marco.
«Ci siamo dovuti rimboccare le maniche – prosegue Marina – e lottare, con ogni forza, per avere quello che era giusto, anche se non sapremo mai cosa realmente è accaduto in quella casa. Sono contenta che alla fine ciò che ho fatto sia stato riconosciuto. Più che la pena, era importante la condanna di tutta la famiglia Ciontoli. Se lo avessero soccorso tempestivamente, Marco sarebbe ancora qui e non sarei stata chiamata a prendere questa targa il 12 luglio prossimo».
La celebrazione si è svolta a Casale Signorini, in provincia dell’Aquila. Oltre a Marina, nell’elenco Ilaria Mura, inviata di “Quarto Grado”, Anna Gaeta, moglie di Patrizio Falcone, ucciso a maggio del 2020 con una coltellata da un vicino di casa, Alessia Natali, presidente dell’associazione “Penelope Abruzzo” e Barbara Schiavulli, corrispondente di guerra.