Finalmente si fa sul serio. La politica di asservimento ai “romani de Roma” sembra un lontano ricordo
VITERBO – Consiglio comunale sull’acqua, si discute di Talete spa e della possibilità che la gestione del servizio idrico passi in mano ai privati. Su questo la sindaca Frontini è perentoria: “La vendita delle quote certificherebbe il fallimento di vent’anni di politica. Siamo stati eletti dai cittadini per incidere in questo processo.
Troveremo soluzioni alternative alla privatizzazione, Ribadisco con forza che l’amministrazione non intende allo stato dei fatti accordare il via libera alla vendita delle quote sociali di Talete spa a partner privato, per rispetto dei nostri lettori e soprattutto dopo quanto deciso dai cittadini nel referendum di dieci anni fa. Mantenere il governo della società in mano pubblica fa parte della nostra storia ed è uno dei pilastri fondamentali del nostro programma. Siamo stati eletti per rimediare ai fallimenti delle passate amministrazioni e trovare soluzioni”.
Tra le soluzioni spicca una richiesta di 40 milioni di euro ad Arera a supporto di investimenti e la due diligence di Talete di cui ancora non si è avuta risposta. ma nonostante questo, “Il 10 giugno la precedente amministrazione ha deciso di aprire al mercato dei privati. Perché tutta questa fretta?”.
Frontini vuole prima provarle tutte “se veramente non avremo alternative dopo aver perseguito tutte le strade possibili ne prenderemo atto, ma io sono stracerta che la strada alternativa non è stata tracciata con convinzione. Oltre Arera potrebbe intervenire anche la Regione Lazio”.
Quando arriva il privato e investe in una società fa ricadere i costi in bolletta. “Così oltre al danno avremo anche la beffa” .
In sala è presente l’amministratore di Talete, il dottor Genova, che però non può parlare “l’amministratore – dice Frontini – lo avremo ospite e convocato appena sarà possibile. Il consiglio comunale ha le sue regole. Non è che chi arriva parla; non è convocato in seduta aperta”.
“I compiti li abbiamo già fatti a casa, esordisce Luisa Ciambella – oggi non siamo qui ad approfondire l’ argomento, siamo in consiglio comunale ordinario, che non permette l’intervento di esterni. quando convocheremo il consiglio straordinario daremo la parola a Genova.
Per il Bene Comune ha sostenuto questa maggioranza pur sedendo nei banchi d’opposizione per la convergenza trovata su ambiente e rifiuti, temi essenziali. Sono la seconda firmataria di questo ordine del giorno perché l’acqua è il bene comune per eccellenza. Siamo ancora una volta qui perché Ato 1 Lazio Nord stabiliva la convenzione di gestione partecipata pubblica, così come deciso da un referendum votato da milioni di italiani”.
Secondo Ubertini: “tutti dobbiamo conoscere i crediti inesigibili e i contenziosi di Talete con il Comune prima di qualsiasi decisione”.
La consigliera d’opposizione, Lina Delle Monache, legge il documento diramato dal ministro della Transizione Ecologica nel marzo 2022, secondo cui tutti i comuni che non fanno parte di Talete devono entrarci entro il 30 settembre.
“Questo ordine del giorno ce lo avete presentato il giorno prima del consiglio comunale potevate coinvolgerci” le lapidarie parole del consigliere Micci, “qui si chiede di revocare una decisione importante. Conoscete le condizioni della società? Siete inconsapevoli delle conseguenze della vostra decisione? Vanno convocate commissioni e amministratori delegati per valutare le strategie e gli strumenti alternativi alla privatizzazione. Bisogna avere consapevolezza di determinate dinamiche ad esempio in che stato versa la società”
“La discussione va riaperta, tuona Allegrini, non possiamo fare demagogia. Nell’ intento di fare meglio si può fare peggio perché poi dovremo svenderla” .
Dall’opposizione la richiesta è netta: c’è bisogno di valutazioni tecniche oggettive per analizzare lo stato economico e patrimoniale dell’azienda al fine di stabilire elementi di fattibilità o criticità.
Per Ricci c’è troppa confusione “vedremo cosa succederà dopo il 30 settembre” data stabilita da Ministero per entrare nella Gestione unica.
Insomma il vento è cambiato e la sindaca Frontini è più determinata che mai, forse sarebbe il caso di pensare anche ad un cambiamento radicale del management della società che si occupa della gestione dell’acqua.