In soli sei mesi, dal pareggio di bilancio avvenuto a dicembre 2021, il conto negativo è di circa un milione di euro
CIVITAVECCHIA – Il presidente della Civitavecchia Servizi Pubblici Fabrizio Lungarini, raggiunto da noi telefonicamente dopo aver ricevuto il comunicato che ha confermato la bontà delle nostre informazioni e per conoscere gli esiti della caccia alle talpe ci ha risposto sulle indiscrezioni relative al disavanzo in bilancio, nel primo semestre 2022 di circa un milione di euro.
“Ancora dobbiamo chiudere bene i conti ma sì, siamo sull’ordine di un milione di perdite. Tutta colpa della guerra. Del prezzo della benzina, del metano che è quasi raddoppiato e dell’adeguamento del contratto nazionale ferrotranvieri che ha inciso negativamente per oltre 250mila euro, il costo del ferro duplicato e così via dicendo”.
Una vera e propria catastrofe economica che costringerà seriamente il sindaco Ernesto Tedesco a valutare la cessione a privati della società pubblica che, ancora una volta, ingurgita soldi a non finire senza produrre alcun utile.
Ora che la guerra in soli tre mesi abbia prodotto tutta questa voragine sembra quasi assurdo ma non possiamo non credere, almeno fino a quando on vedremo le carte, alle parole pronunciate al telefono dal presidente del cda di CSP.
A lui poi abbiamo chiesto lumi anche sugli affidamenti sotto soglia dati alla stessa società, una frammentazione decisamente vietata dalla legge.
“Tutto regolare. I conti sono pubblici e se andate a vedere tutte le amministrazioni per necessità e somma urgenza ricorrono spesso agli affidamenti sotto soglia”.
Noi suggeriamo al presidente Lungarini di dare una letta a questa massima dell’Autorità Nazionale Anticorruzione perché, ad occhio e croce è speculare a quanto sta avvenendo a CSP:
Delibera n 378 del 27 luglio 2022_signed_signed_signed_signed
Poi sul dirigente “neo-sfascista” Paolo Iarlori impegnato nelle riunioni politiche dal suo ufficio pubblico ci ha detto: “Confermo che il dirigente era nella sua stanza ma durante la pausa pranzo. Tra le altre cose mi aveva avvisato che per 45 minuti sarebbe stato impegnato in questa riunione ma lo ha fatto collegandosi con il suo tablet personale e non col computer aziendale”.
Insomma, cosa possiamo aggiungere se non che su quest’ultima vicenda sono in atto feroci polemiche. La più dura quella di Enrico Luciani che dal suo profilo Facebook ha smosso un polverone: