CIVITAVECCHIA – “Dopo tre anni e mezzo di annunci di inizio lavori e di promesse non mantenute adesso basta: ci opponiamo fermamente alla demolizione del palazzo Ater di via XVI Settembre 23”. Torna alla carica il comitato inquilini dello stabile, appellandosi anche al Comune.
“Il presidente Passerelli ha più volte dichiarato pubblicamente che il palazzo è a rischio crollo – hanno ricordato – ci sembra strano che il bar, il ristorante, il distributore di benzina continuino tranquillamente ad esercitare la propria attività sotto un palazzo che sta per crollare così come ci sembra strana la recinzione assolutamente non adeguata ad un rischio del genere.
Quindi il palazzo probabilmente si può ristrutturare e restituire nel giro di 4/6 mesi ai legittimi assegnatari che potranno così finalmente ritornare nelle case dove hanno vissuto per decenni”
Gli inquilini chiedono quindi al Comune, al Sindaco e agli altri enti interessati “di opporsi fermamente ad una operazione annunciata da Ater nel Maggio 2019 dichiarando ogni volta strategie finanziarie diverse, passando dal bonus ristrutturazioni al 110%, al Pnrr fino a fondi propri”.
Per evitare quindi la demolizione, il comitato chiede al Comune di nominare un professionista per una controperizia e al sindaco di far intervenire i Vigili del fuoco.
“Facciamo appello a tutti i partito – hanno aggiunto – affinché ci aiutino in questa battaglia.
La demolizione di un fabbricato Ater non è una questione privata ma pubblica e riguarda l’intera cittadinanza. L’Ater è un ente pubblico e le case vengono fatte con il denaro di tutti i cittadini. Poniamo fine a questa penosa e scandalosa vicenda che tanti drammi e danni economici fisici e psicologici ha creato agli inquilini che da 40 mesi vivono come sfollati.
Considerato che sono già passati tre anni e mezzo da quando gli assegnatari sono stati verbalmente invitati da Ater ad uscire dai propri alloggi di via XVI Settembre 23, visto che non è dato sapere quanti anni ancora trascorreranno prima che gli inquilini possano rientrare nei loro alloggi, considerato che l’età media degli assegnatari e dei loro familiari è molto alta (con tre ultra ottantenni e diversi ultra settantenni), visto che gli inquilini dopo tre anni e mezzo sono ancora ospitati in alloggi temporanei privi dei propri mobili e delle proprie cose che si trovano non si sa in quale stato in un magazzino di Pomezia nel frattempo procediamo con una richiesta urgente e per questo chiediamo aiuto a tutte le forze politiche perché Ater provveda e si impegni immediatamente per ogni singolo nucleo familiare a trovare all’interno del proprio patrimonio immobiliare o sul libero mercato alloggi vuoti nella stessa zona e della stessa tipologia di quelli lasciati in via XVI Settembre 23 affinché gli inquilini – hanno concluso – dopo 42 mesi possano finalmente riavere i propri mobili, i propri effetti personali, i ricordi di una vita e ricostituire per quanto possibile l’ambiente domestico e familiare da cui sono stati strappati via nel maggio 2019”.