La leader di Fratelli d’Italia potrebbe andare al Colle già con la lista dei ministri fatta. Subito dopo c’è da pensare alle macerie lasciate dall’allegra brigata di Zingaretti alla regione
ROMA – Si delinea la lista dei ministri del governo Meloni. Secondo le prime indiscrezioni Antonio Tajani sarà vice premier e ministro degli Esteri. L’altro vicepremier sarà Matteo Salvini, che avrà la delega alle Infrastrutture.
Gli altri ministri, secondo una lista informale che circola negli ambienti della maggioranza, sarebbero:
– Economia: Giancarlo Giorgetti (Lega), ministro uscente dello Sviluppo economico;
– Sviluppo economico: Guido Crosetto (FdI), sottosegretario di Stato al ministero della difesa nel governo Berlusconi IV;
– Transizione ecologica: Gilberto Pichetto Fratin (FI), viceministro uscente dello sviluppo economico;
– Difesa: Adolfo Urso (FdI), presidente del Copasir, ex capo di Gabinetto del ministro dell’Interno Matteo Salvini;
– Interno: Matteo Piantedosi (tecnico in quota Lega), prefetto di Roma;
– Giustizia: Carlo Nordio (FdI), ex magistrato;
– Lavoro: Marina Elvira Calderone (FdI), presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro;
– Salute: Francesco Rocca (FdI), presidente nazionale della Croce Rossa Italiana;
– Istruzione: Giuseppe Valditara (Lega), giurista;
– Università e Ricerca: Anna Maria Bernini (FI), ministro per le politiche europee nel governo Berlusconi IV;
– Cultura: Giordano Bruno Guerri (FdI), presidente (e dal 2014 anche direttore generale) della Fondazione Vittoriale degli Italiani, la casa di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera;
– Pubblica Amministrazione: Alessandro Cattaneo (FI), sindaco di Pavia dal 2009 al 2014;
– Agricoltura: Gian Marco Centinaio (Lega), sottosegretario uscente di Stato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;
– Riforme: Elisabetta Casellati (FI), presidente del Senato uscente;
– Affari Regionali: Roberto Calderoli (Lega), vicepresidente uscente del Senato della Repubblica;
– Affari Europei: Raffaele Fitto (FdI), ministro per gli affari regionali dal 2008 al 2011 nel quarto governo Berlusconi;
– Disabilità: Simona Baldassarre (Lega), eurodeputata;
– Gioventù e sport: Chiara Colosimo (FdI), consigliere regionale del Lazio;
– Rapporti con il Parlamento: Maurizio Lupi (Noi), ministro delle Infrastrutture e dei trasporti dal 28 aprile 2013 al 20 marzo 2015 nei governi Letta e Renzi;
– Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Giovan Battista Fazzolari (FdI), il responsabile del programma di Fratelli d’Italia.
Sono questi, a quanto si apprende, alcuni dei nomi discussi nel corso dell’incontro tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni e concordati con Salvini.
Giorgia Meloni, come scrive qui Marco Galluzzo, vorrebbe giurare nelle mani del capo dello Stato, con la sua squadra di governo, al più tardi lunedì prossimo. Fra una settimana esatta.
Cinque ministeri, tanti quanti la Lega che però conta anche il +1, cioè Giancarlo Giorgetti all’Economia, da qualcuno considerato come tecnico. La leader di FdI, spiega l’Ansa, concede poi all’alleato di Forza Italia quella «pari dignità» invocata fin dall’esito delle urne, dove gli azzurri sono usciti penalizzati nonostante la percentuale elettorale vicinissima a quella leghista, per via della suddivisione dei collegi. Ma Silvio Berlusconi, almeno per ora, non ottiene il bottino più ambito: il ministero della Giustizia, tiene il punto la premier in pectore, andrà a Carlo Nordio, magistrato in pensione e neoeletto deputato di Fratelli d’Italia.
Per Elisabetta Casellati, la favorita di FI per il ruolo di Guardasigilli, potrebbero invece aprirsi le porte di un nuovo ministero delle Riforme (non c’è questa delega nel governo Draghi).
Anche Università e ricerca e Pubblica amministrazione dovrebbero rientrare nel portafoglio azzurro: nel primo caso la casella potrebbe essere occupata da Anna Maria Bernini mentre per il dopo-Brunetta si parla di Alessandro Cattaneo o anche di Sestino Giacomoni, entrambi potrebbero anche andare a presidiare il Mef come sottosegretari.
Niente da fare nemmeno per il Mise mentre, nello schema delineato a via della Scrofa, Fi conquisterebbe il ministero della Transizione ecologica. Al posto di Roberto Cingolani andrebbe Gilberto Pichetto ma l’energia potrebbe tornare a via Veneto, con lo Sviluppo economico che in questo caso andrebbe a Guido Crosetto.
A Forza Italia spetterebbe la Farnesina con Antonio Tajani che, nella richiesta del Cavaliere, dovrebbe ricoprire anche il ruolo di vicepremier. Su questo una riflessione sarebbe ancora aperta ma anche in casa Lega si dà per scontato il doppio ruolo per Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture.
Gli altri 4 ministeri per il partito di via Bellerio (oltre al Mef, fuori quota) sarebbero l’Agricoltura, dove resta in pole l’attuale sottosegretario Gian Marco Centinaio, gli Affari regionali e l’autonomia destinato a Roberto Calderoli dopo il passo indietro rispetto alla presidenza del Senato, il ministero dell’Interno dove il nome più forte rimane quello del prefetto Matteo Piantedosi, che ha già ricoperto il ruolo di capo di gabinetto quando al Viminale c’era Salvini.
Il quarto ministero potrebbe essere l’istruzione o la famiglia – per cui circola il nome di Simona Baldassare – o ancora la disabilità, cui in un primo momento sembrava potesse rimanere l’attuale ministro Erika Stefani, anche se le sue quotazioni sarebbero in calo. Al Lavoro sembra mettere tutti d’accordo al momento Marina Calderone, che guida il consiglio dell’ordine dei consulenti del lavoro. A Palazzo Chigi, come sottosegretario alla presidenza, Meloni dovrebbe portare con sé il fidatissimo Giovanbattista Fazzolari ma nei giorni scorsi si era ipotizzato, nel caso Fazzolari avesse assunto le deleghe all’attuazione del programma, anche a una figura tecnica.