CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo: Università agraria: un corto circuito del bene comune e un’offesa alle ragioni della collettività; le forze politiche non possono lasciare solo il Comitato a combattere quest’ingiustizia!
Come noto a chi segue queste triste vicende, un ricorso presentato da alcuni soci dell’UA che chiedevano le immediate elezioni è stato respinto.
Eppure, in barba a qualsiasi logica della buona amministrazione dei beni pubblici, l’attuale giunta continua a rimanere in carica oltre due anni e mezzo dalla fine del mandato.
Appare a questo punto doveroso, per chi crede ancora nella legalità, chiedersi cosa ci sia dietro questo vero e proprio corto circuito istituzionale.
Qualcosa di macroscopico non torna, se è vero che l’ex Associazione Agraria modificata nella denominazione, ma non nella sostanza, in Università Agraria di Civitavecchia è l’unica in Italia, a quanto ne sappiamo, a non indire elezioni rinviandole senza motivazioni. Così è, punto.
Come mai qui intorno alla nostra città tutto fila liscio sui binari delle regole della democrazia?
Le consultazioni, infatti, si sono svolte ad Allumiere e a Tolfa e presto accadrà anche a Tarquinia ma da noi, terra di nessuno, rimangono una chimera, e c’è da sottolineare un’altra anomalia locale: le elezioni dell’agraria sono ad appannaggio degli associati nonostante gestiscano il demanio pubblico della città!
Le stesse dichiarazioni della reggente per potere divino della UA circa prima l’indizione di elezioni per il 22 e 23 ottobre , ed oggi procrastinate al 12 e 13 gennaio sono solo azioni strumentali e di facciata.
Terra di nessuno per novelli marchesi del Grillo: la Regione Lazio si dichiara estranea nonostante la Regione Emilia Romagna, pur in presenza della legge 168/17 quella che ha reso tali Enti soggetti di diritto privato ha commissariato 2 enti della sua regione, la magistratura investita sottovaluta aspetti sostanziali che non dovrebbero essere archiviati con stratagemmi amministrativi.
Seppure apparentemente possano sembrare questioni interne all’Università Agraria è drammaticamente vero che la gestione di questo Ente si riflette negativamente sui civitavecchiesi.
Si tengono in piedi tante perizie demaniali per Tenuta delle Mortelle e per la punta del pecoraro pur smentite da atti d’archivio storici e a nulla è valso l’invito ufficiale del Commissario Catalani di addivenire ad una soluzione amministrativa nei confronti della quale solo il Comune ha dato sempre la sua disponibilità. Agraria e Regione, non pervenuti.
Per non parlare che a tutt’oggi nessuna conciliazione può essere realizzata fino al 29 marzo 2023 perché il Commissario ritiene che l’attuale gestione della UA non sia legittimata a rappresentare l’Ente. L’effetto è che qualsiasi atto di compravendita o di successione è bloccato.
Nonostante la Regione, tra i suoi complici silenzi e fatali assenze, abbia ufficialmente dichiarato che le certificazioni demaniali prodotte dall’Università Agraria al costo di 100 euro non siano necessarie, queste vengano richieste e pretese dai notai a rappresentare l’ennesimo fardello a carico dei civitavecchiesi.
Ci sarebbe molto da dire sulla gestione ad personam di un Ente che gestisce in un’ottica privatistica beni di grande valore per la comunità locale con l’evidente consenso di chi dovrebbe non solo vigilare ma attuare le azioni volte a tutela di quei beni. Invece assistiamo a dichiarazioni della rappresentanza dell’Ente che si sente legittimata a proseguire in un’azione di costante danneggiamento di cittadini intrappolati da perizie di parte e costretti a pagare.
Ci auguriamo che i soci di buon senso nonché membri del Comitato non siano lasciati soli a combattere quest’ingiustizia che tanto danno arreca alla città ed ai civitavecchiesi ma che tutte le forze politiche sappiano dare il loro contributo di sostegno in ogni sede istituzionale e non.
Vittorio Petrelli
Lista civica il Buon Governo