Servirà a combattere il caporalato e potenziare la produzione di cibo italiano
ROMA – “E’ indispensabile emanare immediatamente il decreto flussi 2023 per l’ingresso regolare di lavoratori migranti stagionali necessari al settore agricolo già dai primi mesi del nuovo anno per garantire la manodopera nei campi, combattere il caporalato, potenziare la produzione di cibo dell’Italia e difendere la sovranità alimentare nazionale”. Lo afferma il presidente della Coldiretti Lazio, David Granieri, a seguito dell’incontro dell’incontro del Governo al tavolo con le parti sociali a cui ha preso parte anche il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, nell’esprimere apprezzamento per la rateizzazione delle bollette per l’energia elettrica e il gas.
Stando ad un’analisi effettuata da Coldiretti Lazio in base all’ultimo rapporto dell’ufficio di statistica Crea – Pb (Ministero delle Politiche Agricole), elaborato su dati Inps, nel Lazio sono presenti complessivamente più di 45.800 operai agricoli a tempo determinato e indeterminato.
Al primo posto troviamo Latina con oltre 19.600 presenze, seguita da Roma con 13 mila e Viterbo con 9.400. Al quarto e quinto posto Frosinone con 2.113 operai e Rieti con 1.703.
I lavoratori stranieri nel Lazio sono più di 26 mila, provenienti da 117 nazioni e sono pari al 56,9% del numero degli operai agricoli totali, con una concentrazione maggiore a Latina e Roma, mentre le donne straniere sono oltre 4.500. Sono 6.400, invece, gli operai agricoli comunitari e 2500 le donne.
Il presidente della Coldiretti Lazio ha sottolineato l’importanza di ridurre la dipendenza alimentare dall’estero e assicurare la possibilità di produrre e consumare prodotti al giusto prezzo. “Per l’effetto congiunto dei cambiamenti climatici e dell’esplosione dei costi di produzione – prosegue Granieri – in misura superiore ai Paesi concorrenti, le importazioni di prodotti agroalimentari in Italia sono cresciute del 29% nel 2022 aumentando la dipendenza dall’estero”. Coldiretti ha presentato al Governo un piano in più punti per far crescere il settore agroalimentare come asset strategico del Paese al pari dell’energia.
Degli stranieri impiegati in agricoltura nel Lazio a tempo determinato, oltre 6.400 unità sono rappresentati da operai comunitari, mentre oltre 17 mila unità da manodopera agricola extracomunitaria. Ad assorbire il maggior numero di lavoratori stranieri è il comparto zootecnico, con oltre 18 mila unità, prevalentemente di provenienza dall’India e dal Bangladesh. Quello orticolo, invece, è il secondo comparto per numero di occupati impiegati con oltre 2.500 stranieri, di cui 800 extracomunitari, provenienti principalmente dal Marocco. Il florovivaismo impiega meno di 2.400 persone provenienti prevalentemente dall’Albania, dal Marocco, dalla Polonia e dalla Romania. Maggiore richiesta di manodopera, tra le attività agricole, arriva dalle fasi di raccolta degli ortaggi e dei fiori recisi. Sono, invece, circa 1300 i lavoratori impiegati nell’agriturismo e nel turismo rurale di origini romene e indiane.
“La sovranità alimentare è un obiettivo da raggiungere – ha evidenziato Granieri – con la semplificazione burocratica ma anche prevedendo contratti di lavoro occasionale per consentire ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di essere assunti temporaneamente per le attività stagionali nei campi. Occorre anche ridurre il costo del lavoro in agricoltura per riversare i risparmi ottenuti dai datori di lavoro ai lavoratori agricoli al fine di aumentare il potere di acquisto. In questo contesto è opportuno prevedere anche la totale detassazione e decontribuzione dei premi di produzione erogati ai lavoratori agricoli”.
Secondo il presidente della Coldiretti Lazio di fronte alla crisi è necessaria la proroga dell’esenzione Irpef dei redditi agrari e dominicali, dell’esonero previdenziale per i giovani imprenditori agricoli e delle misure contro il caro energia e carburanti, ma anche la conferma per il 2023 della determinazione delle percentuali di compensazioni IVA per le cessioni di animali vivi della specie bovina e suina nella misura del 9,5%.
“E’ fondamentale – ha affermato Granieri – estendere al 31 dicembre 2023 il termine per usufruire del credito di imposta 4.0 e contestualmente scongiurare la riduzione della percentuale del 40% per il 2023, rifinanziare il Fondo per lo sviluppo delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, costituire un Fondo per l’assistenza alla digitalizzazione e alla formazione delle imprese agricole con un’adeguata dotazione finanziaria e si propone anche una riapertura dei termini che preveda una imposta pari al 3% sulla rivalutazione di terreni e fabbricati aziendali nonché l’affrancamento delle riserve da rivalutazione con un’imposta del 10%”.
Servono poi “invasi d’acqua contro gli effetti dei cambiamenti climatici e terra fertile da proteggere dall’invasione dei cinghiali, ma anche infrastrutture logistiche e digitali per ridurre il gap competitivo nei confronti degli altri Paesi” ha affermato Granieri nell’invitare il Governo a “cogliere le opportunità che l’agricoltura può offrire anche sul fronte energetico con lo sviluppo di rinnovabili come biogas e biometano e fotovoltaico sui tetti, senza consumo di terra”.
“A livello comunitario – ha continuato Granieri – è fondamentale l’impegno del Governo contro l’etichetta nutriscore che danneggia i prodotti della dieta Mediterranea ed è fondamentale opporsi agli accordi internazionali sbagliati come il Mercosur che penalizzano il Made in Italy. Sulla Politica agricola comune occorre superare le osservazioni di Bruxelles e approvare in tempi stretti il Piano strategico nazionale senza il quale non sarà possibile far partire la nuova programmazione dal 1° gennaio 2023. Stiamo parlando di una dotazione finanziaria di 35 miliardi per sostenere l’impegno degli agricoltori italiani verso l’innovazione, la sostenibilità e il miglioramento delle rese produttive”.
E’ importante infine “l’impegno del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Ministro dell’agricoltura e Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida – conclude Granieri – che hanno firmato la petizione contro il cibo sintetico che continueremo a sostenere nelle piazze e nei mercati di Campagna Amica in tutta Italia”.