Il prossimo 9 febbraio udienza a Latina. Il primo cittadino Terra rischia in solido anche sul presunto danno erariale
APRILIA – Il 28 settembre 2022 Fabio Altissimi, facendosi portavoce delle imprese del suo gruppo, con un atto di citazione depositato presso il Tribunale di Latina (e una richiesta di risarcimento del danno), dice «BASTA» alle politiche discriminatorie del sindaco di Aprilia Antonio Terra.
Ciò è quanto ha appreso in questi giorni la redazione che ha potuto visionare e leggere l’atto e che suscita più di un interrogativo.
Il Sindaco è quasi alla fine del suo secondo mandato ed è quindi legittimo domandarsi se abbia svolto la sua attività nell’esclusivo interesse degli apriliani, o meglio di tutti gli apriliani.
Perché quando è il momento di tirare le somme i conti non sembrano tornare. Almeno nel leggere quelle pagine che definire impressionanti è poca cosa.
A circa 40 milioni di euro ammonterebbe l’esposizione dell’erario comunale per azioni di risarcimento dei danni derivanti dalle iniziative e dalle decisioni assunte dal sindaco Antonio Terra.
Non lo vogliamo chiamare possibile “danno erariale”?
Allora definiamo questi 40 milioni di euro come la somma che il Sindaco Terra avrebbe potuto far risparmiare al bilancio comunale (e quindi alla cittadinanza) e che, invece, da possibile risparmio si trasformeranno in un potenziale onere per l’Amministrazione e per i contribuenti.
Sì, perché tante sono le risorse che la Paguro avrebbe messo a disposizione (dimostrandone la disponibilità) per bonificare l’area detta la “Cogna”, che il Comune non è stato capace di bonificare da quasi cinquant’anni, perdendo anche i precedenti stanziamenti regionali: 35 milioni di euro per la bonifica, più altri 5 milioni per realizzare un pozzo di acqua potabile e la sistemazione di Via Savuto (asfalto, marciapiedi, caditoie, e illuminazione).
Senza contare che i cittadini apriliani avrebbero potuto usufruire, in aggiunta, di una riduzione della TARI per almeno tre anni grazie ad una tariffa fissa di trattamento dei rifiuti che la società era disponibile a concordare con il Sindaco. E invece si continua a preferire di lasciare il sito inquinato da altri 50 anni; che i cittadini utilizzino per usi domestici acqua contaminata da residui di fogna; o ancora utilizzare soldi pubblici per assumere iniziative legali, che i giudici hanno poi dichiarato del tutto infondate, per opporsi ad un progetto del Gruppo Altissimi. Quando qualcuno chiederà conto anche di questo al primo cittadino?
Poco importa che questo avvenga, in ipotesi, per (ignote) idiosincrasie personali, per interessi di altra natura, o per l’immancabile sindrome NIMBY (Not in My Back Yard: “non nel mio cortile”).
Il risultato, infatti, non cambia: i cittadini non avranno una discarica, una bonifica, un pozzo per l’acqua potabile, una strada asfaltata, una TARI ridotta, insomma non avranno SERVIZI ESSENZIALI, e – per di più – continueranno a pagare di tasca propria le conseguenze di irragionevoli decisioni del sindaco Terra.
Peggio appare la miopia di tali scelte che rischiano di recar danno non soltanto localmente, agli apriliani, ma addirittura a livello nazionale: la mancata osservanza di regole e parametri che l’Europa ci impone, anche riguardo al ciclo dei rifiuti, determina infatti l’avvio di procedure di infrazione che, prima o poi, sono pagate di tasca propria dai cittadini.
Non altrimenti possono definirsi le scelte che hanno spinto il primo cittadino apriliano a dire di no a TUTTE le proposte progettuali del Gruppo Altissimi (e sembrerebbe solo a queste o almeno non ne conosciamo altre), con istruttorie costantemente e ripetutamente dirette a una parola unicova “DINIEGO“.
Tanto che Altissimi si è visto costretto a ricorrere al Tribunale per censurare i comportamenti che – mediante dinieghi, pareri negativi, dissensi e/o opposizioni di vario genere – ha prodotto al Gruppo un danno quantificabile in circa 48 milioni di euro derivante dalla mancata realizzazione di nuovi progetti o dall’ostruzionismo su quelli esistenti.
Certo, se l’ostruzionismo riguardasse indifferentemente tutte le iniziative, allora si potrebbe rimproverare Terra di semplice mancanza di lungimiranza, di paura del cambiamento e/o del giudizio dell’elettorato. Ma così non sembra: altre aziende non risultano essere state altrettanto penalizzate e la disparità di trattamento appare oggettiva.
Forse il processo che inizierà il 24 maggio 2023 chiarità i rapporti del sindaco con l’ex amministratore della Progetto Ambiente (Valerio Valeri). Forse si chiarirà anche la vicenda dell’autorizzazione concessa all’ampliamento di una cava che pare ignorare non soltanto il vero e proprio assist che ne deriva all’apertura della discarica sul contiguo sito individuato dal Commissario Straordinario, ma anche ad un immediato ampliamento della discarica stessa. Tutto ciò a poca distanza dal sito della Paguro al cui progetto di bonifica e discarica, invece, il Sindaco si è opposto animatamente.
La giustizia seguirà il suo iter. Nel frattempo, ci si domanda se Terra continuerà imperterrito a ostacolare “chi vuole e sa fare”, ossia quegli imprenditori che, come ha ricordato anche l’attuale Presidente del Consiglio (Giorgia Meloni, ndr), restano l’unico motore dello sviluppo economico? Ai cittadini, inconsapevoli, cosa resta da fare? Subire inermi questo stato di cose? E fino a quando?
Nei prossimi giorni la replica del sindaco nel frattempo da noi raggiunto telefonicamente.