Le piante avevano principio attivo Thc fino a 30 volte superiore ai limiti legali previsti dalla legge
VITERBO – Militari delle fiamme gialle del comando provinciale di Viterbo, dopo specifica attività investigativa, in collaborazione con la sezione aerea di Pratica di Mare del Reparto operativo aeronavale di Civitavecchia, hanno individuato nel territorio del comune di Viterbo tre aree dove venivano coltivati e, in annesso capannone, essiccati e lavorati ingenti quantitativi di canapa.
Tale sostanza sarebbe successivamente posta in vendita dallo stesso coltivatore presso un esercizio commerciale di canapa light regolarmente autorizzato.
“Le indagini – si legge nella nota delle fiamme gialle -, coordinate dalla Procura della Repubblica di Viterbo hanno permesso di accertare che la sostanza sequestrata, conteneva un quantitativo di tetraidrocannabinolo (Thc) superiore al limite consentito dalla normativa per una coltivazione legale, pertanto, sotto l’apparente produzione e vendita di “canapa light”, si celava, secondo la tesi investigativa, una vera e propria produzione/trasformazione della canapa condotta in maniera illecita”.
Tale principio attivo superiore al limite legale è stato accertato con consulenza del laboratorio di Biologia molecolare dell’Università della Tuscia – Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche (Deb), esami sui campioni prelevati nella circostanza relativi alla merce sottoposta a sequestro.
“E’ stata acquisita – prosegue la nota – la documentazione contabile e certificativa tesa a comprovare la formale regolarità delle piantagioni e della conseguente vendita dei prodotti, concernente l’acquisto di sementi certificati (ammessa dal quadro normativo solo per la canapa sativa light). Il sequestro ha riguardato piante in coltivazione (oltre 3700), essiccate nel capannone (oltre 4 quintali), semi di canapa (oltre 3 chili), olio estratto dalle piante (quasi due litri), panetti verdi di hashish e oltre 6 chili di hashish in polvere”.
Il risultato delle analisi avrebbe evidenziato per la gran parte dei campioni contenuti di Thc (principio attivo in base al quale si stabilisce il rispetto della normativa in materia di coltivazione della canapa) fino a 30 volte superiori ai limiti legali previsti dalla legge n.242/2016.
Le analisi su consulenza delegata dalla Procura di Viterbo hanno individuato un quantitativo commerciabile di dosi pari a poco meno di un milione di “dosi singole droganti medie. Il locale adibito a esercizio commerciale è stato dapprima sequestrato e poi restituito una volta asportate quanto di illecito contenuto”.
Nella mattinata del 18 novembre, dopo la decisione del Gip, sono state eseguite dalle fiamme gialle viterbesi le due misure cautelari nei confronti dei due indagati (nella misura dell’arresto domiciliare per uno e dell’obbligo di dimora per l’altro).
Occorre ricordare in ossequio alla normativa vigente che per gli indagati sussiste “presunzione di innocenza”, quanto riferito è relativo agli accertamenti in sola fase di indagini preliminare, che su eventuali elementi di prova le valutazioni di fase verranno sottoposta al vaglio del giudice.