A denunciarlo oltre ai sindacati anche un dirigente medico
VITERBO – Continua a far discutere il bando per assumere un risk manager all’interno dell’azienda sanitaria di Viterbo. A chiedere il suo annullamento già da qualche settimana, i sindacati Nursing Up e Cisas, che, come sostengono in una nota, avrebbero individuato “gravi anomalie nella modalità di istituzione ed espletamento del concorso”.
La prima anomalia riscontrata da Nursing Up e Cisas riguarderebbe la scelta di indire un bando per una figura strategica attribuendogli una bassa remunerazione rispetto alle responsabilità e limitandone la durata a un anno. “Tali condizioni, che hanno fatto perdere attrattività al bando e scoraggiato la partecipazione di candidati di alto livello – si legge nella nota- sono state verosimilmente decisive per l’esito della selezione in favore di un candidato meno titolato di quelli che verosimilmente avrebbero potuto partecipare, inoltre la brevità dell’incarico non consente al vincitore nemmeno di acquisire le attitudini di base necessarie per adempiere al mandato. così da ingenerare artificiosamente una discontinuità gestionale evitabile solo con la ‘riconferma’ dell’attuale vincitore”. La seconda anomalia riguarderebbe invece le modalità di svolgimento del bando: “Contrariamente agli altri concorsi svolti nella Asl di Viterbo, in questa occasione non sono state svolte le prove scritte e pratiche (oggettivamente più efficaci ed affidabili nel valutare in modo tracciabile un candidato)”. Questa decisione, ad avviso dei sindacati, avrebbe affidato alla commissione “una discrezionalità illimitata nel determinare l’esito finale del concorso”.
La terza e ultima anomalia individuata da Nursing Up e Cisas riguarda “l’assenza dei componenti esterni nella commissione esaminatrice previsti per legge e regolarmente presenti nelle commissioni di tutti i concorsi Asl”.
A tornare alla carica sul famigerato concorso è il dirigente medico Stefano Innocenzi secondo il quale “alla ASL di Viterbo anche l’impossibile diventa possibile”
“che tu sia un ausiliario, un infermiere o un dirigente medico per la ASL di Viterbo non esiste differenza tra le qualifiche professionali“, afferma nella sua lettera che riceviamo e pubblichiamo:
“Alla ASL di Viterbo anche l’impossibile diventa possibile….
Proprio cosi … che tu sia un ausiliario, un infermiere o un dirigente medico per la ASL di Viterbo non esiste differenza tra le qualifiche professionali.
E’ quanto successo nella valutazione dei titoli di carriera relativamente al “famigerato” avviso pubblico, per titoli e colloquio per n.1 incarico di 1 anno a tempo determinato per le funzioni di Risk Manager.
Infatti dall’analisi del verbale di commissione si evince che invece di valutare, come di norma, gli anni di esperienza nel profilo professionale messo a bando, dirigente quindi nel caso specifico, incredibilmente, non solo un anno di attività come infermiere ha lo stesso identico punteggio di un anno da dirigente medico, ma gli stessi sono equiparati nella valutazione ad un anno di attività da ausiliario.
Riducendo di fatto il titolo di carriera ad un semplice trascorre delle quattro stagioni…
Non può sfuggire che se lo stesso parametro venisse utilizzato in un’altra tipologia concorsuale, si potrebbe verificare che un ausiliario che dopo venti anni di attività si laurea in scienze infermieristiche e poi partecipa ad un concorso per infermiere senza aver mai lavorato un giorno come infermiere, avrebbe gli stessi titoli di carriera di un infermiere che lavora da venti anni.
Vi sembra normale?
Non solo la ventennale esperienza dirigenziale non viene valutata come titolo di carriera ma nemmeno nell’ ambito del curriculum professionale.
Per assurdo un master di II livello in Risk Management vale, in semplici termini numerici, meno della metà di un anno di carriera da ausiliario.
Sembra impossibile … ma per la ASL di Viterbo tutto è possibile.
Chi mi conosce sa bene quanto profondo rispetto io abbia nei confronti di tutti i lavoratori della sanità che ogni giorno con grande professionalità assicurano il diritto alla salute del cittadino.
Non è assolutamente mia intenzione stimolare una “lotta di classe” che non ritrova nessun riscontro nel mio pensiero e nel mio operato quotidiano, ma una tale difformità mi lascia assolutamente perplesso perché il Risk Manager è una figura professionale le cui decisioni si possono ripercuotere pesantemente sulla salute dei cittadini.
Questa è la sanità che vogliamo?
Sorvolando sulla opportunità di indire un avviso pubblico a tempo determinato per il reclutamento di una figura professionale cosi altamente strategica per una azienda sanitaria, come già rilevato più volte da alcune organizzazioni sindacali.
Non prendendo in considerazione che le stesse OO.SS. addirittura prospettavano il sospetto di un artificio amministrativo finalizzato alla costruzione di una carriera ad hoc.
Tralasciando le polemiche inerenti l’ambigua interpretazione della legge 8 marzo 2017 n. 24, che nonostante non trovi ancora una definizione condivisa, di fatto nel panorama nazionale vede l’espressione, nella pressoché totalità delle Aziende Sanitarie pubbliche, di una figura di dirigente medico nel ruolo di Risk Manager, gestore del rischio sanitario.
Trascurando il fatto che invece la normativa concorsuale per la Dirigenza delle Professione Sanitarie è chiaramente esplicitato nel DPCM del 25 gennaio 2008.
Quello che mi lascia assolutamente incredulo è la valutazione dei titoli di carriera della Commissione esaminatrice.
Sono talmente perplesso che chiedo alla Direzione ASL, alla Regione Lazio, agli Ordini Professionali, alle Organizzazioni Sindacali, a chiunque sia più esperto di me di aiutarmi a comprendere una simile assurdità.
Perché nonostante io mi sia impegnato a cercare un riscontro normativo che giustifichi tutta questa serie di apparenti grossolani errori valutativi non sono riuscito a trovare nulla che giustificasse una simile anomalia.
A pensare male si fa peccato… ma spesso …”
Stefano Innocenzi
Dirigente Medico e libero cittadino
asl