ACQUAPENDENTE – L’acqua è una cosa seria e quello che sta accadendo a quella della Tuscia sta creando scompiglio in diversi comuni della provincia viterbese, con la seguente nota i consiglieri di minoranza Federica Friggi, Alessandro Brenci, Domitilla Agostini, Valentina Sarti (nella foto) affondano l’attacco alla Giunta della sindaca Alessandra Terrosi.
“Giovedì 22 Settembre – affermano – il Comune di Viterbo, insieme a quello di Tarquinia, Vasanello, Monte Romano e Soriano nel Cimino, hanno impugnato dinanzi al Tar del Lazio l’atto di orientamento n. 116/2022 dell’EGATO 1 (Ente di Governo dell’Ambito Territoriale n. 1 Lazio Nord – Viterbo) con cui lo stesso aveva disposto l’avvio delle procedure per la selezione di un partner privato che assumesse la qualità di socio all’interno di Talete S.p.A. La Giunta del Comune di Acquapendente nella persona del Sindaco Alessandra Terrosi, e degli assessori Monica Putano alias Bisti, Glauco Clementucci, Marcella Giuliani e Mauro Bellavita, all’unanimità hanno deliberato di dare mandato all’ente di governo dell’ambito territoriale ottimale n. 1 Lazio Nord – Viterbo, di costituirsi e resistere nel giudizio promosso, avverso l’atto di orientamento n. 115/2022, dai Comuni di Viterbo Tarquinia, Vasanello, Monte Romano e Soriano nel Cimino. In sintesi il Comune di Acquapendente: prima (Consiglio Comunale del 31 maggio 2022) ha votato per la modifica del Regolamento di Talete così consentendo l’ingresso di un socio privato all’interno di Talete S.p.A. e aprendo di fatto le porte al processo di privatizzazione del servizio idrico, rispetto al quale gli italiani, con il referendum del 2011 si erano espressi, chiedendo a gran voce che il servizio restasse pubblico; adesso con il verbale di deliberazione di giunta n. 131 del 12.11.2022 ha dato mandato all’EGATO di costituirsi contro quei Comuni (Viterbo, Tarquinia, Vasanello, Monte Romano e Soriano nel Cimino) che ancora credono, come noi, che la volontà popolare debba essere rispettata. Ci domandiamo se la nostra giunta abbia eseguito delle mere indicazioni di partito o abbia approfondito l’argomento magari confrontandosi con qualche esperto del settore. Noi lo scorso Sabato 19 novembre abbiamo partecipato all’assemblea pubblica organizzata dal Comitato Non Ce la Beviamo e peraltro avevamo invitato il nostro Sindaco a partecipare Il nostro Sindaco non ha colto l’invito e non era presente. L’assemblea è stata molto interessante e soprattutto ci ha dato molti spunti di riflessione.
Esiste veramente un perdita nei bilanci di Talete?
A tal riguardo, i nostri amministratori hanno verificato le scritture private di Talete S.p.A.?
Uno dei relatori della predetta assemblea era l’Avv. Maurizio Montalto specializzato in diritto e gestione dell’ambiente, è Presidente dell’Istituto italiano per gli studi delle politiche ambientali, portavoce nazionale del Movimento Blu e attivista per i diritti civili. Medaglia al merito dell’ordine forense “per l’impegno profuso in favore dell’ambiente”. Ha svolto incarichi di alta amministrazione e consulenza per il Ministero dell’Ambiente, Consiglio Nazionale Forense ed Enti locali nel settore dell’ambiente e dei diritti umani con particolare riferimento al diritto umano all’acqua. È stato presidente del CdA e Commissario dell’acquedotto di Napoli ABC Azienda speciale. L’Avv. Montalto ha detto chiaramente che le soluzioni amministrative e giuridiche per evitare la privatizzazione di Talete S.p.A. ci sono purché preesista una chiara volontà politica di realizzare un modello di gestione dell’acqua pubblica. Esiste nella nostra amministrazione questa volontà? I comportamenti dei nostri amministratori parlano chiaro. Quindi ci domandiamo, perché seguire le logiche di partito senza interrogarsi e magari approfondire su un argomento tanto importante quanto delicato come quello dell’acqua pubblica?
Perché non nominare un esperto prima di prendere decisioni così importanti?
Noi lo avremmo fatto e lo stiamo facendo perché convinti che un bene essenziale e vitale come quello dell’acqua debba restare fuori dalle logiche di profitto”. Concludono i consiglieri di Insieme per Cambiare.