«Dopo aver dato seguito solo in parte e con ritardo alla delibera 78, e aver fatto lievitare la spesa del personale, oggi l’amministrazione chiede al consiglio comunale si assumersi un’irresponsabile azione che finirà sul tavolo della Corte dei Conti»
CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo: Siamo al 3 dicembre 2022 – «Dopo aver dato seguito solo in parte e con ritardo alla delibera 78, e aver fatto lievitare la spesa del personale, oggi l’amministrazione si accinge a chiedere al consiglio comunale di mettere altri 2 milioni di soldi pubblici in Csp.
Sono 2 anni che, come gruppo politico, andiamo dicendo che Csp sarebbe andata incontro al baratro. Infatti, dopo l’esclusione dalla giunta dell’ex vicesindaco e assessore alle partecipate Massimiliano Grasso e l’estromissione dalla maggioranza di Fdi e La Svolta e la superficialità con cui l’amministrazione aveva ripreso da subito a gestire la sua società, il triste epilogo è servito! I nodi sono venuti al pettine.
In gran silenzio l’assessore Barbieri, che finora non ha certo brillato per determinazione e lungimiranza, ha presentato quella che forse è la sua vera prima proposta di delibera lo scorso 9 settembre. Oggi, dopo 3 mesi di silenzio, la delibera arriva in commissione per essere calendarizzata in consiglio entro fine anno: una delibera con cui di fatto si chiede ai consiglieri comunali di autorizzare di erogare a Csp altri 2 milioni di euro in denaro, di derogare al blocco delle assunzioni previsto con la delibera 78 e di tornare indietro sull’abbominio commesso per il servizio del portierato e di assistenza al teatro Traiano, ammettendo di fatto agli errori commessi finora che hanno portato a contenziosi in prima battuta già persi dal Comune, reinternalizzando dell’ente i servizi stessi.
La società ha presentato l’aggiornamento del piano di ristrutturazione aziendale, e oggi cerca di beneficiare anche del risparmio derivante al comune dalla chiusura dei concordati di Hcs e Ippocrate. Siamo stati i primi, tra il 2019 e il 2020, a lavorare affinché Csp, che è e ancora consideriamo un patrimonio della città di Civitavecchia, fosse risanata e messa in sicurezza.
Quando l’obiettivo venne raggiunto, con un piano che prevedeva una ricapitalizzazione complessiva da oltre 5 milioni di euro, di cui solo 500.000 euro in denaro e con il resto con il conferimento di mezzi e immobili già di fatto in uso alla società, senza che fossero stati valorizzati “perdendo” così asset in bilancio per più di 4 milioni di euro.
Ci ricordiamo quando in consiglio una parte della maggioranza scatenò una bagarre esprimendo tutti i possibili timori per l’accensione di un finanziamento bancario che sarebbe stato in quel momento interamente garantito dallo Stato e che avrebbe consentito a Csp di uscire dalla crisi e di riacquistare un equilibrio anche finanziario con i propri creditori.
Il consigliere Perello esibì addirittura un parere di un luminare del diritto senza che poi si sia mai saputo né chi avesse formalmente richiesto quel parere a nome del Comune, né chi lo avesse pagato. Perello scomodò anche la memoria del professor Caffè per rappresentare tutte le possibili criticità derivanti dalle società partecipate dai comuni.
La delibera insomma passò tra mille difficoltà e poi venne messa da parte, subito dopo l’estromissione del vicesindaco Grasso, vero regista di tutta l’operazione, concepita per salvare Csp, i dipendenti e i conti del comune, efficientando i servizi pubblici a beneficio della cittadinanza. In tutti questi mesi, come abbiamo chiesto più volte, perché non si è dato seguito al piano di razionalizzazione della raccolta differenziata, che avrebbe consentito di non ricorrere più agli interinali, che invece sono aumentati?
Perché le spese del personale hanno continuato a crescere, nonostante un emendamento del consigliere Mecozzi di cui ci si ricorda solo ora per i farmacisti?
Perché i costi degli amministrativi non sono stati più correlati a dei servizi da svolgere per il comune?
Perché il verde è stato reinternalizzato e oggi continua a costare al Comune un occhio della testa visto che la maxi gara è stata fatta solo poco tempo fa dopo una serie di affidamenti ponti da centinaia di migliaia di euro?
Perché i cimiteri continuano a cadere a pezzi e ancora non è stata trovata una soluzione di gestione della società?
Perché si continua a procedere con promozioni, scatti di livello e “comode” conciliazioni che in molti casi avrebbero potuto essere gestite diversamente?
Perché si è impiegato quasi un anno per rivedere l’accordo definitivo sulla linea porto-stazione, anch’essa istituita durante la pandemia come sperimentazione dall’ex assessore alle partecipate, che da solo avrebbe potuto durante il 2022 sopperire ai maggiori costi del gas per tutto il trasporto pubblico cittadino?
A queste ed altre domande dovrà rispondere non solo il consigliere Perello, che ora sembra non avere più dubbi sull’erogazione di denaro pubblico alla società, ma tutta la maggioranza chiamata ad approvare in fretta e furia e nel silenzio totale, una delibera senza la quale tra meno di un mese Csp dovrebbe essere messa in liquidazione, riportando una perdita da un milione di euro, che può essere tappata solo con una nuova super iniezione di denaro pubblico che invece si sarebbe potuta e dovuta scongiurare, quando si disse che l’intervento strutturale della delibera 78 sarebbe comunque dovuto essere l’ultimo.
Oggi questo è l’ennesimo atto, di enorme importanza, non solo politica, che il sindaco Tedesco e la sua maggioranza portano alla chetichella forse credendo che basti aver acceso in anticipo le luminarie natalizie per votare un provvedimento di questa portata nell’indifferenza generale, senza alcun dibattito pubblico».