NEPI – Era il 25 settembre quando una coppia di anziani residenti a Nepi era stata truffata da una sedicente “direttrice delle Poste” che, attraverso una telefonata al cellulare della donna, comunicava la giacenza di raccomandate urgenti indirizzate al di lei nipote.
Contestualmente, sull’utenza fissa dell’abitazione, era giunta una telefonata da altro uomo che, spacciandosi proprio per il nipote, aveva riferito alla donna che si sarebbe recata da lei una dipendente delle poste per farsi consegnare soldi utili al ritiro delle raccomandate.
Poco dopo, in effetti, una donna si era presentata presso l’abitazione dei due anziani, che le avevano consegnato la somma di euro 250 e diversi monili in oro.
Adesso, a distanza di due mesi, i carabinieri della Stazione di Nepi, a conclusione di attività d’indagine, sono riusciti a identificare la donna e a deferirla in stato di libertà per il reato di truffa: si tratta di una 46enne italiana nata e residente a Roma.
Sono ancora in corso accertamenti per identificare i complici della donna, ma soprattutto se si sia resa responsabile di altre truffe nella zona, dopo essere giunti all’identificazione di analoghi episodi già a Tarquinia, Marta, Oriolo Romano e Soriano nel Cimino.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.