Ragazza senegalese sfruttata e percossa dal padre, madre e dal fratello maggiore. Adesso è in una struttura sicura
VITERBO – Nei giorni scorsi personale della Squadra Mobile della questura di Viterbo ha eseguito la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa nei confronti dei genitori e del fratello maggiore della vittima.
La giovane veniva obbligata a gestire le faccende domestiche, non poteva uscire da casa se non per andare a scuola, doveva badare ai due fratelli più piccoli e, infine, spesso veniva anche insultata e malmenata per futili motivi.
La famiglia, di origine senegalese residente nella provincia di Viterbo, ha reso insostenibile la permanenza domiciliare della ragazza fino al punto che la stessa, improvvisamente, ha chiesto aiuto ai docenti del suo istituto scolastico.
Gli insegnanti hanno immediatamente contattato la questura e la sera stessa gli agenti, dopo aver compiuto gli accertamenti di rito, in stretto raccordo con la procura della repubblica presso il tribunale di Viterbo che coordina le indagini, hanno affidato la vittima maggiorenne agli operatori del centro antiviolenza “penelope” di Viterbo, che l’hanno accompagnata in un rifugio protetto.
All’esito delle investigazioni il giudice delle indagini preliminari ha emesso il provvedimento a carico dei familiari della giovane donna disponendo, in particolare, in danno del padre anche l’applicazione del braccialetto elettronico.