In città nel 2020 sono nati 304 bambini, e nel 2021 soltanto 283 mentre i decessi sono stati 634, più del doppio delle nascite.
Il vescovo Ruzza: “Difendere la vita vuol dire tutelarla e custodirla”
CIVITAVECCHIA – Il Movimento per la vita, in occasione della Giornata per la Vita, ha diffuso in città e nella Diocesi oltre 3000 volantini condividendo l’invito dei Vescovi italiani a riflettere sul valore della vita umana, dal concepimento alla morte naturale, richiamato più volte dallo stesso papa Francesco.
La Cei, in occasione della giornata per la vita, ha diffuso un messaggio: «La morte non è mai la soluzione», in cui propone a tutti di chiedersi se di fronte a tante situazioni personali e collettive drammatiche la proposta di spegnere la vita umana – con aborto, eutanasia, suicidio, ma anche femminicidi, abbandono dei migranti e guerra – sia davvero in grado di risolvere le questioni per le quali viene offerta come soluzione sbrigativa ed efficiente, o non sia piuttosto l’ora per un impegno coinvolgente a sostegno della vita in qualunque situazione.
“Per i credenti, Dio è Vita, e ci ha donato la Vita, con un destino che supera il tempo, proprio perché siamo stati creati a Sua immagine.
Da parte nostra osserviamo che il diritto a nascere è un diritto umano fondamentale, e vorremmo fosse condivisa da tutti l’dea che salvare la vita nascente di un bambino sia un preciso dovere sociale di ogni società.
Guardiamo al nostro piccolo, alla nostra città, al numero rilevante di aborti (settemila dal 1978) e al gravissimo calo delle nascite che ha tolto energie e forza: l’Istat da anni certifica che la popolazione italiana corre il rischio di ridursi drasticamente in questi secolo, con una diminuzione di circa 7 milioni di abitanti rispetto al presente“. Dichiarano dal Movimento per la Vita.
“Le conseguenze in termini di occupazione, previdenza ed assistenza sono gravi : Il rapporto tra la popolazione attiva (20-65 anni) e i pensionati si raddoppierà nel giro di una generazione. La percentuale di pensionati rispetto ai lavoratori passerà dal 37% di oggi al 65% nel 2040”, osserva, dati statistici alla mano, Gian Carlo Blangiardo presidente Istat e docente di Demografia all’Università Bicocca di Milano, che il 19 maggio sarà a Civitavecchia.
Nello specifico in città nel 2020, sono nati 304 bambini, e nel 2021 soltanto 283, mentre i decessi sono stati 634, più del doppio delle nascite. Nel 2006, a Civitavecchia, nascevano 507 bambini, ben 303 in più rispetto ad oggi.
“Dobbiamo pertanto venire incontro alle esigenze delle madri, troppo spesso lasciate da sole di fronte ad una maternità difficoltosa, e considerare che i figli rappresentano veramente il futuro, il futuro capitale umano e sociale della nostra collettività : in Italia abbiamo 600 movimenti e centri di aiuto alla vita, che svolgono un prezioso servizio a favore della vita nascente, ed hanno aiutato 200mila madri ad accogliere i propri figli.
A Civitavecchia i bambini “salvati” dall’aborto in questi anni, sono stati oltre 200, ed essi sono ragazzi, giovani, uomini, che rappresentano il futuro della nostra città”.
Alleghiamo la profonda riflessione del Vescovo Gianrico, in occasione della Giornata per la Vita: in questo tempo frammentazione e divisione, ci propone messaggio di pace, di accoglienza, di difesa della vita.
GIORNATA PER LA VITA 6 FEBBRAIO 2022I
IL Messaggio di Gianrico Ruzza, Vescovo della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia ed amministratore apostolico della Diocesi di Porto-Santa Rufina.
“I giorni che stiamo vivendo pongono dinanzi ai nostri occhi (e ai nostri cuori) il dramma della sofferenza, dell’abbandono e della morte. L’esperienza della pandemia preoccupa tuttora dopo due anni; ancora di più preoccupa la superficialità e l’ignoranza con cui tanti affrontano questa drammatica emergenza, negando le acquisizioni della scienza e rifugiandosi in teorie complottiste che peggiorano la situazione sanitaria e sociale. Mentre le persone soffrono (e purtroppo muoiono) a causa di questa piaga del covid, molte altre non ricevono le cure necessarie e rimangono nella solitudine e nella precarietà, a causa del sovraffollamento delle strutture ospedaliere.
Quando parliamo di difesa della vita, dobbiamo considerarla come un dovere primario per ogni essere umano. A maggior ragione per ogni credente che segue il Dio “amante della vita” (Sap 11, 26): il credente, infatti, deve mettere la difesa della vita al vertice del proprio impegno nella storia. Difendere la vita vuol dire tutelarla e custodirla. Con l’auspicio che sia una vita autentica, piena di senso e degna di valore. Non c’è vita senza sviluppo e senza adeguate condizioni di vivibilità, che abbiamo il dovere di assicurare a tutte le persone.
Custodire la vita vuol dire valorizzarla e promuoverla, anche – e soprattutto – dinanzi al disprezzo della vita che sembra prevalere oggi nel contesto sociale di un mondo economizzato e mercantile. L’inverno demografico, l’abbandono degli anziani, la scarsa attenzione alle criticità psicologiche degli adolescenti, la fatica dei giovani a trovare una collocazione lavorativa degna, le sofferenze affettive e morali nella formazione del nucleo familiare da parte delle giovani coppie (cfr. Papa Francesco, Amoris laetitia ai nn 42-45), le discriminazioni di ogni genere, le violenze intrafamiliari, lo sfruttamento dei piccoli e tutte le forme di dipendenza psicologica: sono segni della fatica della vita. Sentiamo il dovere di difendere la vita e di affermarne il valore immenso: ogni istante di vita è un dono da valorizzare. Non permettiamo ai sistemi economici di distruggere la bellezza delle relazioni, la centralità degli affetti, il calore dell’umanità!
La scelta è quella di vivere nel mondo custodendo la vita sempre, a qualunque costo. Si tratta di una scelta che ci impegna a dialogare con tutte le componenti sociali, rammentando il compito di dare ascolto alle domande di ogni sorella e di ogni fratello. Ascoltiamo il grido di chi soffre e di chi cerca sostegno ed aiuto, senza discriminare nessuno, anzi accogliendo le persone in difficoltà. Pensiamo a quanti nel mondo fuggono dai loro paesi per cercare condizioni di vita decorose e pacifiche! Pensiamo alle donne che subiscono violenza in tantissimi paesi, pensiamo ai bambini costretti a lavori massacranti per sopravvivere, pensiamo a popolazioni sterminate per violenze etniche assimilabili a genocidi!
Mentre ringrazio di cuore tutti coloro che nella nostra Chiesa locale dedicano il proprio impegno in difesa della vita, auguro che il lavoro pastorale possa sostenere ad aiutare le famiglie nel bellissimo impegno di trasmettere la vita, come ci chiede il Papa:
“In questo contesto, non posso non affermare che, se la famiglia è il santuario della vita, il luogo dove la vita è generata e curata, costituisce una lacerante contraddizione il fatto che diventi il luogo dove la vita viene negata e distrutta. È così grande il valore di una vita umana, ed è così inalienabile il diritto alla vita del bambino innocente che cresce nel seno di sua madre, che in nessun modo è possibile presentare come un diritto sul proprio corpo la possibilità di prendere decisioni nei confronti di tale vita, che è un fine in sé stessa e che non può mai essere oggetto di dominio da parte di un altro essere umano. La famiglia protegge la vita in ogni sua fase e anche al suo tramonto. Perciò «a coloro che operano nelle strutture sanitarie si rammenta l’obbligo morale dell’obiezione di coscienza. Allo stesso modo, la Chiesa non solo sente l’urgenza di affermare il diritto alla morte naturale, evitando l’accanimento terapeutico e l’eutanasia», ma «rigetta fermamente la pena di morte». (Papa Francesco,. Esortazione Apostolica Amoris laetitia, 83)”
Vi benedico con grande amicizia!
+don Gianrico, vostro fratello e vescovo