Non corrisposta la quota integrativa territoriale provinciale. Il sindacato mette in mora Csp e la società interinale a cui fanno capo i lavoratori somministrati impiegati dalla municipalizzata
CIVITAVECCHIA – “La situazione dei lavoratori somministrati impiegati da Csp nel servizio di portierato presso le sedi comunali deve arrivare ad una soluzione che tenga nella dovuta considerazione le corrette rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici”.
Parola di Edoardo Fabrizi della FeLSA Cisl il quale spiega che “dopo un incontro tenutosi a fine novembre con la società, cui aveva preso parte anche l’Amministrazione comunale, avevamo messo a tema la mancata percezione di una voce della retribuzione prevista dalla contrattazione territoriale; nonostante le dichiarazioni di rito in cui si è garantito che Csp avrebbe pagato quanto contrattualmente dovuto – ha sottolineato – alle parole non sono seguiti i fatti.
Non è bastato il danno legato al fatto che nel passaggio dal precedente appalto al lavoro interinale a tempo determinato su Csp i lavoratori hanno perso gli scatti di anzianità: si è aggiunta anche la beffa della sparizione della quota integrativa territoriale provinciale che i lavoratori avevano sempre percepito con le precedenti società. Pertanto queste persone, che negli anni hanno già affrontato continui ritardi nei pagamenti da parte delle ditte appaltatrici, sono ora in stato di grande difficoltà economica”.
E così, dal momento che le interlocuzioni informali non hanno dato alcun esito, il sindacato si è visto costretto “a mettere in mora Csp e l’agenzia interinale per quanto riguarda gli arretrati non pagati di questa voce economica, e solleciteremo anche il livello confederale del sindacato – ha aggiunto Fabrizi – a intervenire con l’amministrazione comunale in qualità di committente del servizio e socio unico di Csp.
Tuttavia, confidiamo ancora nel buon senso dei vertici societari, per cercare di arrivare a una soluzione condivisa della vertenza, anche per quel che riguarda il futuro occupazionale dei lavoratori, il cui contratto scadrà il 30 giugno prossimo, senza dover ricorrere a mobilitazioni più incisive”.