Presentati all’Università della Tuscia i successi (e il video) del progetto di agricoltura sociale pensato per giovani in condizione di fragilità e svantaggio.
Marcelli Asl: “Formazione umana prima che professionale”
VITERBO – Tutto è iniziato nel dicembre 2022, quando 25 ragazzi, uomini e donne con disabilità, difficoltà cognitive o situazione di svantaggio sociale sono stati selezionati per partecipare attivamente al percorso formativo di “Innesta” (Innovazione Economica, Sviluppo Territoriale, Agricoltura Sociale) progetto di inserimento-socio lavorativo finanziato dalla Regione Lazio, che si serve dell’agricoltura sociale per arrivare allo scopo. Divisi in cinque gruppi di per nove mesi si sono alternati tra le aule e i campi delle aziende agricole che hanno aderito all’iniziativa; semina in serra, messa a dimora, vendemmia, cura degli animali, alcune delle attività portate avanti con entusiasmo dai tanti ragazzi coinvolti e con percorsi costruiti intorno ad ogni singola esigenza.
All’università della Tuscia (Dafne), sono stati presentati i risultati del lavoro di questi mesi. con le le testimonianze degli imprenditori e imprenditrici agricoli che hanno ospitato a piccoli gruppi i beneficiari del progetto.
Mario Profili della Fattoria di Lucciano di Civita Castellana, Marcella Santoni de La Treccia di Proceno, Lorenzo Caponetti dell’omonima azienda sita a Tuscania e Claudia Calvareri de La Romanella di Viterbo e Giandomenico Cortignani, per l’azienda agraria dell’Istituto Omnicomprensivo F.lli Agosti di Bagnoregio e Vincenza Basta, educatrice della cooperativa sociale Il Pungiglione.
Ma il sorriso dei ragazzi e delle famiglie la testimonianza più vera e profonda: “Lasciare mio figlio e sapere che non sarà solo, ma vicino a persone che non lo giudicano e manipolano dà a noi famiglie un senso di leggerezza difficile anche da spiegare. La mattina si alza con me, io vado al mio lavoro e lui al suo. Esce di casa, ride, scherza, si rende utile, la mia tranquillità è anche quella di sapere che andrà in in un ambiente sano. Grazie perché curate la loro solitudine“. A farle eco il dottor Marco Marcelli, direttore dell’UOS disabile adulto della ASL di Viterbo, “progetti come questo sono fondamentali per cercare di portare a compimento la formazione umana, prima che professionale, di uomini e donne con fragilità relazionale e cognitiva“.
Con interesse è stata raccolta la proposta del presidente dell’ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Viterbo, Roberto Petretti, a riguardo dell’istituzione di uno sportello di accompagnamento tecnico alle iniziative di agricoltura sociale gestito dagli aderenti all’ordine.
A nome dei soggetti pubblici sono intervenuti il professor Saverio Senni, dell’Università della Tuscia, che ha sottolineato l’importanza, sovente trascurata, della disseminazione svolta dal dipartimento di Scienze agrarie e forestali (Dafne) nel progetto. Federica Ghitarrari della Camera di Commercio Rieti-Viterbo, ha presentato il nuovo marchio Social Green destinato alle realtà agricole coinvolte in agricoltura sociale.
Il progetto è stato anche seguito nei mesi, e in modo volontario, da Magazzino 120 un gruppo fotografico di Viterbo che ha donato un corposo numero di meravigliose fotografie che hanno reso possibile la produzione di un significativo libro della cui stampa si è fatta carico Alicenova e altre cooperative sociali partecipanti ad INNESTA.
Il compito di allargare lo sguardo oltre la Tuscia è stato in conclusione affidato a Francesca Giaré del centro di ricerca CREA-PB, che ha collegato i progetto ad altre progettualità simili in corso nel Lazio e tra le quali sono stati avviati scambi per condividere le buone pratiche agricole di inclusione sociale.
Al termine dei lavori è stato proiettato il cortometraggio “Un senso di libertà. Voci dell’agricoltura sociale” (vedi sotto) di Marco Leopardi e realizzato dal Dafne. Concluse le attività progettuali, il filmato, visibile in chiaro su You Tube, continuerà a testimoniare sul web la qualità umana, ambientale e sociale dell’agricoltura sociale e della Tuscia come luogo privilegiato di attuazione di tali pratiche.
Le realtà convolte
Capofila del progetto la cooperativa sociale Alicenova, con lei Avvenire, Il Pungiglione, Gli Aquiloni, le aziende agricole Orto di Hans, Fattoria di Lucciano, La Treccia, Casa Caponetti e Fresi.
Hanno partecipato alla compagine progettuale anche l’Università della Tuscia, la Camera di
Commercio Rieti-Viterbo, la Provincia di Viterbo, il Comune di Monte Romano, l’ente formativo Formazione&Professione, la Fondazione Oltre noi e Federconsumatori Lazio.
B.F.