TARQUINIA – Esprime piena soddisfazione il presidente del Consorzio Medio Tirreno Franco Grassi per la decisione del Tar del Lazio con la quale è stato scongiurato il rischio che tutte le sue infrastrutture idriche finissero gratuitamente sotto la gestione della Talete Spa, società che gestisce il servizio idrico per Ato 1 (Viterbo).
Il Medio Tirreno, che gestisce una frazione del servizio idrico del territorio di Civitavecchia, aveva presentato ricorso al Tar contro il tentativo di “colpo di mano” da parte di Ato 1 e Regione Lazio con il consenso del Comune di Tarquinia. Il presidente Grassi, riconoscendo l’importante supporto ricevuto negli anni dalle diverse amministrazioni del Comune di Civitavecchia e in particolare delle ultime due, ha però espresso preoccupazione per un’altra grave situazione che sussiste e permane nei rapporti con Talete da oltre due anni: ossia il mancato pagamento delle forniture idriche ricevute dal Consorzio per l’Acquedotto del Medio Tirreno presso il serbatoio Comunale di Tarquinia.
«Nonostante l’accordo per garantire la fornitura di acqua alla rete potabile del Comune di Tarquinia sottoscritto tra il Consorzio e Talete a maggio 2021, puntualmente rispettato da questo ente – ha spiegato – Talete ha maturato un debito di oltre 925mila euro nei confronti del Consorzio.
Preso atto dell’inutilità dei numerosi solleciti e nonostante l’avvenuta riduzione della tariffa applicata dal Consorzio grazie al proprio lavoro di efficientamento e contenimento della spesa, portando il costo per metro cubo di acqua fornita dai 0,38 euro previsti nell’Accordo ai 0,33 euro applicati in fattura per l’anno 2021, ha dovuto dare seguito alle procedure coattive di recupero del credito maturato mediante Decreto Ingiuntivo di pagamento emesso dal tribunale di Viterbo che ingiunge a Talete di pagare alla parte ricorrente per le causali di cui al ricorso: la somma di 615.049,37 euro, interessi e spese di procedura».
Motivi per i quali il presidente del Consorzio evidenzia anche la necessità di predisporre tutte le attività e gli atti a tutela presso le sedi competenti, «di un servizio pubblico primario quale è la fornitura di acqua potabile alla popolazione, affinché – ha concluso – sia bloccato e corretto il perdurante stato di morosità di Talete e non conduca il Consorzio al collasso nonostante tutte le proprie ragioni e il faticoso lavoro svolto per la preservazione di un importante patrimonio pubblico».