ROMA – La strafottenza si misura con l’arroganza di certi personaggi. Massimiliano Valeriani, ex potentissimo assessore all’ambiente e rifiuti dell’epopea d’oro di Zingaretti è stato il primo a non digerire la nuova location assegnatagli tra i banchi dell’opposizione.
Il risveglio è stato brusco. Tremendo. Abituato com’era ad auto blu e telefoni incandescenti. Non deve più scappare ai giornalisti. Non lo cerca più nessuno. Non deve correre via da sindaci, assessori e imprenditori vari che gli davano la caccia per avere cinque minuti di udienza.
No. Il super potentissimo assessore ai rifiuti e ambiente tanto caro al “Supremo” Manlio Cerroni è diventato improvvisamente il signor nessuno. Meno del signor nessuno. Un anonimo consigliere regionale che solo oggi ha scoperto che significa stare all’opposizione.
Gli rode. Tanto. Soprattutto perché adesso ha saputo che i suoi cassetti saranno aperti uno ad uno alla ricerca di tante, troppe autorizzazioni anomale per TM e TMB, buche e buchette varie. Concessioni ad amici e mortificazione per gli avversari. Il suo stile era perfetto. Se eri del Team Cerroni avevi udienza, se non lo eri… “ciccia”.
Per lui la pacchia è finita e deve averlo capito altrimenti non si spiegherebbe il post, pieno di livore e risentimento, scritto sul suo profilo pubblico di Facebook quest’oggi.
Questo il suo sfogo:
“Figure nere”. “Fascistoidi”. “Gongolanti”. “Sorrisi beffardi”. Gli si è chiuso persino lo stomaco. Poverino. Ha fatto il bello e cattivo tempo per anni e adesso dovrà fare la dieta suo malgrado.
Oltre a Valeriani furioso c’era un altro collega assai pensieroso. Parliamo dell’ex assessore alla sanità Alessio D’Amato che oggi, pur essendo il giorno del suo compleanno, aveva l’aspetto di un partecipante ad una veglia funebre.
Valeriani, l’uomo della monnezza, proprio non si rassegna ad un ruolo da comprimario. Se ne faccia una ragione. Se lui è pronto a dar battaglia sarà opportuno che pensi ad organizzarsi la difesa perché di spiegazioni, nei prossimi mesi, dovrà darne tante.