TARQUINIA – Ufficializzata e confermata la delega alla sanità in pectore al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi, ha messo nero su bianco le criticità e gli interventi da applicare con la massima celerità.
Egregio Presidente,
con la presente, in qualità di Legale Rappresentante della città di Tarquinia, nonché di Autorità Sanitaria Locale, avverto la necessità di rappresentarLe la situazione di degrado, acutizzatasi nell’ultimo decennio, in cui versa il Presidio Ospedaliero di questa città, sia per quanto concerne la parte strutturale, sia per quella organizzativa interna, caratterizzata da una costante carenza di personale medico ed infermieristico, presente in pianta stabile.
Tra i problemi che riguardano lo stato conservativo e di ammodernamento dell’edificio è di certo evidente, già da un’analisi esterna, la necessità del rifacimento della facciata, in parte interessata da una tensostruttura, che la Soprintendenza ritiene andrebbe rimossa quanto prima, sebbene la stessa risulti indispensabile per l’accoglienza delle ambulanze e per proteggere dalle intemperie i pazienti da trasportare all’interno dell’ospedale. Allo stesso tempo sarebbe necessario installare ascensori in prossimità dell’ingresso principale, per facilitare l’accesso da parte dei pazienti fragili, alcuni dei quali richiederebbero persino dei percorsi protetti. Altrettanto necessaria sarebbe poi la realizzazione di un percorso alternativo, dedicato ai pazienti che accedono al blocco operatorio, così da poter evitare il loro contatto con l’utenza esterna, cosa che oggi non è garantita.
A queste problematiche, che interessano la struttura, si sommano poi quelle che riguardano la mancanza di personale, che coinvolge tutti i reparti, ma di sicuro si avverte in modo più pressante all’interno del Pronto Soccorso.
Allo stato attuale l’organico del Pronto soccorso dell’Ospedale di Tarquinia comprende infatti un medico primario, in condivisione con il pronto soccorso di Civitavecchia ed un unico dirigente medico assunto a tempo pieno. Gli altri professionisti sono a gettone, condizione che non consente la formazione di un’équipe medica funzionale, in grado di migliorare l’efficienza e l’efficacia delle prestazioni attualmente offerte.
L’U.O.S. di Radiologia dispone ad oggi di cinque dirigenti medici, incluso il direttore, e tra questi due a breve lasceranno la struttura. I tre dirigenti che rimarranno in servizio non riusciranno a soddisfare le richieste dell’utenza, con conseguenti disservizi che si ripercuoteranno sui pazienti ricoverati, che verranno trasportati altrove per fare accertamenti diagnostici e sull’utenza esterna, che dovrà subire tempi di attesa ancora più lunghi di quelli attuali, che sono comunque già abbastanza dilatati nel tempo.
Nell’U.O.S di Ortopedia è attualmente presente un unico dirigente medico strutturato, il cui contratto di lavoro cesserà alla fine del mese di maggio dell’anno corrente. Le prestazioni ortopediche sono state pertanto inevitabilmente ridimensionate, in termini di quantità e di tipologia di interventi. È stato inoltre necessario ridurre drasticamente l’attività ambulatoriale, mentre quella chirurgica è oggi limitata agli interventi che prevedono un day surgery, per i quali ci si avvale di professionisti provenienti da Belcolle. In questo contesto
è stato anche deciso di trasferire presso l’HUB di Viterbo tutta l’attività traumatologica.
Nell’U.O.S. di Medicina sono attualmente presenti sette dirigenti medici, compreso il direttore. Le esigenze territoriali, considerato il bacino di utenza di riferimento, imporrebbero un aumento del numero di posti letto e quindi la riapertura di un reparto di degenza, già presente all’interno della struttura ospedaliera, ma da tempo chiuso. Tuttavia per poterlo riattivare ed offrire un’adeguata assistenza ai pazienti ricoverati, sarebbe indispensabile un incremento di personale medico ed infermieristico, che non sembrerebbe sia previsto nel Piano vigente.
Anche l’U.O.S. di Cardiologia si avvale da tempo di un unico cardiologo, già in quiescenza, che presta servizio con un contratto di 34 ore settimanali, mentre altre 24 ore di presenza cardiologica sono assicurate dal cardiologo della rete territoriale. Tenuto conto anche delle patologie che riguardano le comunità che vivono in questo comprensorio e delle urgenze, sarebbe pertanto indispensabile l’assunzione di due cardiologi a tempo pieno, che potrebbero assicurare un servizio adeguato alle esigenze della popolazione.
L’U.O.S. di Chirurgia è l’unico che può vantare un’équipe ben strutturata, della quale fanno parte otto medici, sebbene da tempo sia avvertita la necessità di un chirurgo esperto, che possa assicurare la sostituzione del direttore.
Anche la Direzione Sanitaria ha registrato negli anni una progressiva riduzione, per ragioni di quiescenza, del personale amministrativo che non è stato poi reintegrato, con la conseguenza che risulta impossibile assicurare una copertura adeguata a tutti i servizi richiesti.
Persino gli ambulatori specialistici, senza considerare che alcuni sono stati addirittura soppressi, hanno necessità di un potenziamento del personale per soddisfare le notevoli richieste di visite e ridurre le liste di attesa, che a volte superano i 12 mesi. Si fa presente infatti che:
1) per le prime visite diabetologiche non c’è disponibilità;
2) le colonscopie e le gastroscopie sono disponibili solo per le urgenze;
3) per le visite endocrinologiche non è più disponibile lo specialista, perché in pensione e non è stato possibile sostituirlo;
4) l’holter cardiaco non si può effettuare, perché manca la strumentazione;
5) le visite urologiche non si possono effettuare se non a Viterbo, con liste di attesa lunghissime;
6) esami radiologici, come la tac e/o la risonanza magnetica, non sono più possibili, sebbene sia presente la
necessaria strumentazione, perché manca il personale sanitario necessario;
7) le visite ortopediche si effettuano solo una volta a settimana con liste di attesa lunghissime, a causa del
collocamento in pensione dei medici ortopedici presenti precedentemente;
8) per le visite ginecologiche l’attesa prevista è di un anno.
Si tratta dunque di un quadro di interventi tanto importanti, quanto urgenti, sui quali intendo richiamare la Sua attenzione, anche in vista della stagione estiva, che vede la città di Tarquinia interessata ogni anno da un flusso turistico importante e da un aumento esponenziale di popolazione, che di conseguenza fa accrescere anche il bacino di utenza dell’Ospedale di Tarquinia.
A tale proposito ritengo doveroso rappresentarLe che, già a dicembre del 2016, il Presidente della Regione Lazio in carica, Nicola Zingaretti, aveva annunciato che erano stati sbloccati sei milioni di euro di investimento destinati all’Ospedale di Tarquinia: Detta somma doveva essere destinata anche alla realizzazione di nuove e più moderne sale operatorie ed alla sistemazione del Pronto Soccorso, ma di fatto è stata utilizzata solo in parte, impedendo di fatto che si potesse realizzare il proposito di “costruzione di una buona sanità”, che dovrebbe essere l’obiettivo primario di ogni iniziativa e politica regionale, da sviluppare in materia di sanità pubblica.
Nella certezza che Lei possa assicurare il Suo sostegno, affinché siano messe in campo tutte le risorse, compresi i fondi già annunciati nel 2016, necessarie all’efficientamento del Presidio Ospedaliero di Tarquinia, così da poter offrire alla cittadinanza ed a tutti i Comuni del comprensorio un servizio sanitario adeguato e rispondente alle effettive esigenze del territorio, La ringrazio anticipatamente e Le porgo cordiali saluti.