Montalto di Castro – Fotovoltaico, il regolamento comunale che fa scuola

Luca Benni possiamo parlare di un “Modello Montalto”, Avvocato Marco Marchetti “La pianificazione è la risposta giusta” e Sergio Caci lo porta al neo Presidente Rocca per Stati generali sul territorio del fotovoltaico

di Cristina Volpe Rinonapoli 

MONTALTO DI CASTRO – Sebbene la Tuscia sia un territorio preso letteralmente di mira dal ”fotovoltaico selvaggio” al punto di detenere un record nazionale, e a parte le associazioni di base ed i sindaci di vari comuni, eloquenti -a dimostrazione della vertenza sociale in atto- sono  i numeri, in aggiornamento dall’ultimo rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale)  – che ci dicono che proprio la Tuscia ha il record nazionale per terreno agricolo e paesaggistico occupato da fotovoltaico a terra.

Così come la nostra testata ha più volte documentato. Eppure come assurda legge del contrappasso Montalto di Castro, uno dei comuni da questo punto di vista fra i più sfruttati, proprio in tema di fotovoltaico, ha uno dei regolamenti migliori di Italia.

“Regolamento per l’installazione di grandi impianti fotovoltaici e Fer” approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n.32 del 28/06/2021 sotto la giunta Caci è stato il prodotto di un percorso sia di studi che di mediazioni politiche.

Ne abbiamo parlato con i maggiori protagonisti che hanno reso possibile la realizzazione ed attuazione di questo regolamento tanto importante da arrivare a parlare di un “Modello Montalto” frutto della sinergia fra tecnici, esperti della materia, e politica.

Luca Benni, lei è stato dal 2012 Vice Sindaco e Assessore con delega all’Urbanistica e all’Ambiente del Comune di Montalto di Castro sotto la giunta Caci, avete approvato voi il regolamento, ci può spiegare il percorso che avete seguito?

“Premetto che per un Assessore con le mie deleghe, sono state innegabili le difficoltà in quegli anni. Ogni tentativo di arginare il fenomeno delle autorizzazioni degli impianti fotovoltaici si rivelava infruttuoso, come la stessa Delibera di consiglio ove venne fissato un limite percentuale all’occupazione di aree agricole da parte degli impianti. Si trattava infatti di una opposizione debole, non strutturata, aprioristica e priva di visione. Le posizioni assolute non servivano o servivano a poco; il problema non era opporsi a qualunque costo, ma governare il fenomeno. Occorreva per il comune di Montalto di Castro, lungimiranza e capacità operativa, unite ad una conoscenza capillare della disciplina e del Governo del Territorio. Solo una conoscenza della materia e una prova di coraggio poteva superare quella fase in cui nessuno ci ascoltava e gli impianti ci arrivavano sopra senza che ce ne rendessimo conto.

Dunque vi siete rivolti a dei tecnici?

“Si, ci voleva un cambio di passo e un supporto estremamente competente che abbiamo trovato nell’Avvocato Marchetti, bravissimo in questa materia, conoscitore e innamorato del nostro territorio e della Tuscia, che aveva già lavorato precedentemente per il nostro Comune e disponeva di un ottimo staff tra cui l’Avvocato Malacchi. Andai da lui, esposi le mie perplessità e mi ci confrontai sul come procedere, per far nascere un progetto ambizioso anche attraverso il suo supporto, la sua professionalità, capacità e conoscenza della materia. Chiesi di aprire un dialogo con le aziende e soprattutto un rapporto vero tra istituzioni, con l’obiettivo di conquistare la loro fiducia il loro rispetto per il bene del nostro territorio e dei cittadini. Da lì nacque il progetto più ardito e ambizioso che si potesse immaginare in quegli anni. Unico nel suo genere e primo in Italia.”

In che modo unico in Italia?

“Si rivalutava la posizione e la competenza del Comune e attraverso un sistema di delibere, regolamenti, convenzioni e moduli procedimentali elaborati da quello studio si arrivò a quello che oggi è considerato un modello, il “Modello Montalto”. Non è stato facile, Le assicuro e per anni abbiamo combattuto in ogni sede: dai TAR alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dai tavoli delle conferenze di servizio ai convegni con le aziende, ma alla fine quel lavoro si è imposto per la sua logica e la sua valenza. Sono stati anni di grande lavoro ed il sottoscritto e i nostri uffici abbiamo affiancato il lavoro dell’Avvocato e del suo staff in tutto il suo percorso. È stata una bellissima esperienza, impegnativa ma fatta con tanta passione ed impegno. La validità di quell’ idea era soprattutto negli effetti per il territorio e per i cittadini.”

In concreto?

“Con l”Avvocato Marchetti ci siamo inventati il primo PEC (polo energetico comunale) con la prospettiva che il Comune avrebbe prodotto energia per autoconsumo e poi l’avrebbe condivisa con i cittadini. Spero che questo progetto o nostro modello, seguito già da molti comuni, possa proseguire anche nell’attuale amministrazione nei suoi obiettivi. Abbiamo lasciato un prodotto finito, grazie all’istituto delle convenzioni, firmate con le aziende con risultati enormi raggiunti a vantaggio del territorio e dei cittadini. Spero si porti a termine il tutto senza inutili perdite di tempo.”

Cosa intende?

“Convenzioni che insieme al Regolamento sono stati da noi approvati in Consiglio comunale, veri strumenti innovativi e unici nel loro genere, perché racchiudono tutela territoriale, vantaggi per i cittadini ed in generale indotto per la collettività. Sono fiero che questo enorme lavoro abbia prodotto dialogo tra uffici e aziende e fatto nascere un rapporto di collaborazione, pianificazione e fiducia con le istituzioni del Ministero della Regione e Provincia. In fondo si tratta del futuro del Comune di Montalto di Castro e dei suoi cittadini ed il risultato ottenuto mi rende fiero.”

E se è fiero Luca Benni lo è altrettanto colui che è stato il suo sindaco- Sergio Caci il quale non solo ha lo stesso sentimento di orgoglio per un lavoro effettivamente ben fatto, ma si è già messo a lavoro

Sergio Caci cosa ci dice di quel Regolamento, approvato sotto la sua giunta, che a quanto pare è davvero un modello che anche altri Comuni potrebbero utilizzare?

“Quel regolamento per il quale ringrazio Luca Benni, che è stato mio vicesindaco e assessore, per tutta l’energia e la passione nel svilupparlo- lo considero non solo un indirizzo preciso di buona pratica, al punto che sin da quando è stato approvato si è arrivati a parlare di “Modello Montalto” ma soprattutto uno strumento per ben percepire la transizione energetica fare di essa un’opportunità e non un danno per la campagna e il paesaggio. Mi sono pertanto già attivando con il neo eletto presidente Rocca, che ha davvero a cuore la questione di una regolamentazione a livello di pianificazione energetica, affinché venga adottato non solo da altri Comuni, ma dalla Regione come Ente, in tal modo sarà possibile blindarlo e vederlo realmente applicato, perché il rischio che si corre oggi è quello che nel gioco delle matrioske delle legislature, quella comunale venga surclassata da quella regionale o nazionale, e questo sarebbe un peccato”

Quindi lei come politico di area centro destra ha già preso contatti- ora che il centro destra è tornato alla guida della Regione Lazio?

“Si lo ribadisco non solo con Rocca ma anche con altri ad esempio con  Vittorio Sgarbi, il quale da sempre sia come politico sia come storico dell’arte- fra i massimi esperti in Italia- ha sposato il tema della non invasione e tutela paesaggistica, del non consumo di territorio agricolo. Non solo mi sono già attivato con la neo giunta regionale, ma sto lavorando ad una sorta di “Stati Generali sul territorio del fotovoltaico”, che intendo realizzare proprio a Montalto di Castro, dove voglio coinvolgere non solo politici, ma più soggetti che devono essere inclusi, a mio avviso, in questo ragionamento come gli agricoltori, i proprietari terrieri, tecnici, associazioni, aziende del settore, sindaci dei comuni della Tuscia ed esperti della materia…”

Quando si terranno questi Stati generali di cui parla?

“A stretto giro! il tempo materiale la Giunta Rocca- a cui auguro buon lavoro- è stata formata da pochi giorni…”

Ci sarà anche Sgarbi?

“Ci sarà anche Sgarbi! e chiunque voglia aderire che siano politici o altri soggetti ”

Se la politica è reattiva e risponde con passione ed energia non solo fotovoltaica, ma positiva dell’anima, la parola va allo Studio Marchetti, che si è fattivamente occupato della stesura del Regolamento- e non solo per il Comune di Montalto. Abbiamo contatto  l’Avvocato Marco Marchetti  che, andando un po’ più nel tecnico della materiala, ci ha spiegato, da esperto, la nascita  nascita ed il futuro e del Regolamento e della pianificazione energetica.

Avvocato Marchetti ci risulta che Lei sia stato protagonista di una svolta sul tema del fotovoltaico nel territorio della Tuscia, partendo proprio dal Comune di Montalto di Castro. Ci può dire quali sono state le linee portanti del suo progetto?

“Quello che è avvenuto a Montalto di Castro è noto, e ho visto che se ne è occupata anche lei con la sua testata, dato che a partire dai primi anni dopo il 2000 si assiste ad una progressiva occupazione di aree a prevalente destinazione agricola con grandi parchi fotovoltaici. Un fenomeno di proporzioni enormi, ingovernato, sotto molti aspetti espropriativo dei diritti civici di fruizione del territorio. Una conversione non solo estetica del paesaggio ma dell’ambiente in generale, con tutto ciò che ne consegue. Del resto la presenza in tutta l’area della Tuscia di infrastrutture adibite al trasporto di energia ha   calamitato questi impianti, mentre la debolezza degli agricoltori ha fatto il resto. Coinvolge non solo Montalto di Castro, che ha sicuramente la concentrazione più elevata di impianti, ma tutta la Tuscia e oltre, e non finisce qui, visto che anche lo spazio marittimo è ora interessato da istanze per centinaia di pale eoliche off shore che stiamo affrontando a livello procedimentale. Ho lavorato in questo territorio bellissimo per molti anni, e quando sono stato chiamato per fronteggiare   questo tema ho cercato di dare soluzione ad una debolezza congenita dei Comuni e ad una mancanza di prospettiva del territorio che subiva passivamente il fenomeno. L’obiettivo era far diventare i comuni protagonisti di questa conversione territoriale, guidarla, limitarla, e riportarla entro binari di ragionevolezza e trasformarla casomai in una leva di sviluppo essendo inutile tenere la testa sotto la sabbia o assumere posizioni preconcette di fronte a normative più che agevolative. Le delibere sul tre per cento, o le moratorie, o i divieti alla installazione sono stati tutti inutili. Ci voleva altro. E  il difficile era mediare tra le posizioni di assoluta ostilità e quelle di indifferenza totale delle amministrazioni.”

Quale strategia è stata, dunque, adottata per fronteggiare il fenomeno?

“Non è facile riassumerlo in poche battute, diciamo che uno studio analitico e abbastanza d’avanguardia del tema ha dato buoni risultati, anche se è stato qui applicato in ritardo, ponendo insieme tutta una serie di iniziative e strategie tese  a rivendicare con decisione  ogni possibile prerogativa dei Comuni in un contesto normativo mutevolissimo e di difficile applicazione: dalla partecipazione strategica alle conferenze di servizi con supporti di analisi progettuale, tecnica, territoriale e normativa, fino ad utilizzare ogni possibile connessione con i poteri pianificatori e regolamentari dell’Ente, passando per l’utilizzo delle convenzioni di attuazione, la fiscalizzazione degli impianti, e le misure compensative. Quello che non passa questo esame non si fa. Il tutto racchiuso in moduli procedimentali di alta qualità tecnica e normativa. Dopo gli iniziali e durissimi scontri sia in sede amministrativa che giudiziaria, tutto questo ha consentito un dialogo finalmente alla pari con le aziende, che da un lato hanno trovato Comuni competenti ad alto livello, e dall’altro hanno apprezzato finalmente la possibilità di posizioni chiare sulla collocazione degli impianti e   sui suoi   limiti, accettandoli. E anche gli altri enti ci sono venuti dietro ed hanno apprezzato questo lavoro, creando un clima di condivisione ottimale, dove la visione del comune trova spazio.”

È stato quindi elaborato un sistema procedimentale che prevede anche un regolamento specifico in materia?

“Sì, è stato anche elaborato un regolamento attraverso un lavoro di studio del quadro normativo nazionale e sovranazionale, di tutta la giurisprudenza in materia e di pianificazione delle aree, e prevedendo aggiornamenti paralleli alle nuove norme che variano continuamente: oggi i temi del decreto 199 sono assolutamente diversi da quelli dello scorso anno che sono a loro diversi da quelli posti dell’anno precedente. Per Montalto, e per tutti gli altri Comuni che hanno seguito questa strada, è stato di importanza cardinale dotarsi di un simile strumento. Ma il regolamento da solo serve a poco; a valle e a monte ci sono altri strumenti e altri procedimenti che supportano un vero e proprio sistema operativo.  Si è così instaurata una dialettica tra territorio ed impianti finalmente condotta, e non più subita, dal Comune. Ma si noti che questo sistema alla fine è ben visto anche dalle imprese proprio perché rende chiaro il rapporto tra le parti.  E guardi che non si sono altre vie, e soprattutto la pianificazione è la risposta giusta, dato che i semplici criteri di individuazione delle aree idonee non risolvono che una parte dei problemi e dei conflitti. Lo grido da anni, e sono certo che prima o poi questo territorio farà sistema.”

Dunque un Comune protagonista che ora ottiene anche dalle società opere di carattere ambientale per il proprio territorio. A che cosa tende poi il progetto?

“L’aspetto forse più  rilevante del mio  progetto è in effetti lo scopo, che non si limita alla disciplina del fenomeno o al suo contenimento, ma al raggiungimento di obiettivi di autonomia e di condivisione energetica, e questo da prima che si parlasse di comunità energetiche.  E’ determinante flettere la collocazione  guidata di quegli impianti alla stessa possibilità per  il Comune di fruirne mediante un sistema di leva economica generato dalle compensazioni  che ha finito  per creare impianti in proprietà del Comune, in poche parole con uno scopo di doppio livello: il primo era quello di creare redditività per l’ente ed autonomia energetica per i propri consumi; il secondo aprire alla condivisione energetica con i cittadini. Questo è rivoluzionario e  creerà un clima di condivisione ben diverso da quello che si è vissuto negli anni precedenti.  Ho chiamato le due fasi “bolletta zero” e “polo energetico comunale” e a Montalto siamo avanti su questo, come a Tarquinia, dove il sindaco Giulivi , sguardo franco , idee chiare e  poche parole, mi ha dato carta bianca,  così che stanno  costruendo  il proprio polo energetico comunale.  Quando un comune è energeticamente  autonomo ed efficiente si liberano risorse importanti in favore della collettività, fino a condividere con i cittadini l’Energia prodotta dagli impianti di proprietà pubblica secondo una logica progressiva, che muove dalle fasce più deboli. Insomma una forma di welfare sociale. Sono certo che arriveremo fino in fondo anche grazie agli amministratori che mi hanno supportato all’inizio penso a Luca Benni sotto la giunta del sindaco uscente Sergio Caci,  e che sono in carica ora a Montalto Emanuela Socciarelli e Marco Fedele. Un territorio e una popolazione che ha dato così tanto alla causa dell’energia rinnovabile è giusto che riprenda qualcosa indietro. Il futuro non deve però privare la Tuscia delle sue tante prerogative, agricole, turistiche, paesaggistiche, produttive, ecc. e l’energia dovrà rimanere tra queste, magari utile e condivisa, senza occultare e prevaricare il resto, che è memoria, vita, tradizione e speranze di questa terra. Ma c’è ancora tanto da fare, e con urgenza.”

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