Ronciglione “Borgo dei Borghi 2023”, il sindaco. “A farci vincere, la chiesa di Sant’Eusebio”

E’ la più antica chiesa della Via Francigena, al suo interno forse il primo “albero di Jesse”

RONCIGLIONE – E’ Ronciglione ad aggiudicarsi la decima edizione del concorso “il Borgo dei Borghi”  ideato dal programma di Rai tre “Kilimangiaro”, che in questa edizione ha visto il piccolo paese della Tuscia trionfare sugli altri venti contendenti. Non solo al televoto, ma soprattutto alla giuria tecnica, composta dalla chef Rosanna Marziale, dal divulgatore scientifico  Mario Tozzi e lo storico dell’ arte Jacopo Veneziani, è spettata l’ultima parola.

Motivo di orgoglio per il sindaco Mario Mengoni che ai microfoni di Radio1 ha raccontato la vittoria,..

E’ vero, il riconoscimento della giuria d’esperti è una grande soddisfazione, hanno riconosciuto il valore della nostra storia, natura ed enogastronomia. Abbiamo una riserva naturale, medioevo, rinascimento e barocco tra le nostre mura, infine la produzione di tonda gentile romana, nocciola Dop del territorio. Probabilmente a farci vincere è stata la presenza della chiesa di sant’Eusebio (foto sopra) la più antica della Via Francigena, composta da tre navate in stile romanico che ha all’interno uno dei primi alberi di Iesse, da cui deriveranno le successive rappresentazioni degli alberi genealogici”.

Tra i prodotti gastronomici più noti il sindaco cita la Pizza di Pasqua e maritozzi che comprendono tutta la provincia, da degustare dopo una passeggiata in mountain bike, a cavallo o a piedi tra le meraviglie circostanti. “Da noi è particolarmente apprezzato un turismo di tipo lento e  immerso nella natura”.

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La più antica chiesa della via Francigena: Sant’Eusebio 
Appena usciti da Ronciglione in direzione Roma, e dopo aver percorso un breve tratto di strada tipicamente campestre, si vede spuntare tra querce e piante di nocciole il più importante monumento paleocristiano della Tuscia nonché la più antica chiesa della via Francigena: la chiesa di Sant’Eusebio, che è lì, su quel colle che guarda il Soratte, da secoli. È lì dal IV secolo d.C., quando Flavio Eusebio – un vicegovernatore della Campania che aveva dei possedimenti in questa zona – decide di far costruire su quel colle un mausoleo per se stesso e per i suoi figli: le sepolture sono tuttora visibili dietro l’altare. Ben presto avviene però un passaggio ancora non meglio definito: il Flavio Eusebio romano viene associato erroneamente all’Eusebio vescovo di Sutri in odore di santità. Ecco quindi l’inizio di un massiccio pellegrinaggio nella zona che determina la trasformazione del mausoleo in una vera e propria chiesa in stile romanico, nella quale i numerosi fedeli hanno lasciato importanti tracce del loro passaggio e della loro devozione: sulle pareti, tra le varie iscrizioni, sono stati individuati ben 53 graffiti in onciale romano. La complessa stratificazione temporale e quindi artistica è ben evidente sia a occhi esperti che ai semplici appassionati di storia dell’arte. Un piccolo scrigno, dunque questa chiesa, custode di tesori assolutamente da preservare: dalle colonne zoomorfe che poggiano su un’antica base, forse di un tempio dedicato al dio Sole, al sarcofago romano addossato alla facciata, e ancora ai resti di importanti affreschi (le pareti della chiesa erano un tempo totalmente affrescate): “L’ultima cena”; “L’albero di Jesse” che schematizza l’albero genealogico di Gesù e che è il più antico d’Europa su questo tema; “Il Cristo benedicente tra quattro santi” tra cui lo stesso sant’Eusebio, le “Vergini prudenti” e una “Madonna col Bambino tra i santi Eusebio e Stefano” del Quattrocento.

Cos’è l’albero di Jesse o Iesse

Rappresenta una schematizzazione dell’albero genealogico di Gesù a partire da Jesse, padre del re Davide, il quale è di particolare importanza nelle tre religioni abramitiche, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam. modello da cui deriveranno le successive rappresentazioni degli alberi genealogici. utilizzato nell’arte cristiana tra l’XI e il XV secolo.

 

B.F.