Il gruppo di cittadini risponde alle dichiarazioni di De Paolis e torna a chiedere la nomina del curatore speciale per l’ente di viale Baccelli
CIVITAVECCHIA – «Abbiamo visto in questi giorni come l’ex amministratore dell’agraria De Paolis stia cercando di riaccreditarsi, presso l’opinione pubblica locale, raffazzonando una dichiarazione stampa senza capo né coda».
Inizia così una dura nota del Comitato usi civici che risponde alle dichiarazioni dell’Università agraria di Civitavecchia a firma del presidente Daniele De Paolis.
«Ma come si può – tuonano – dare credito a persone per le quali il giudice, nella recente ordinanza RG 23/2023, afferma di ritenere che: “un esiguo numero di consiglieri abbia assunto il controllo dell’agire dell’Ente, orientandolo in base ad interessi personali e di autolegittimazione, il tutto con possibile danno dell’Ente e, indirettamente, per i suoi soci”.
Persone interdette dai pubblici uffici per reati quali peculato, falsità ideologica, abuso d’ufficio commessi nell’esercizio delle proprie funzioni e assegnazione di appalti in conflitto d’interesse (come riportato nella richiesta di rinvio a giudizio del 18 ottobre 2022), dovrebbero tacere vergognandosi per quanto hanno fatto e continuano a fare a danno della collettività dei civitavecchiesi.
Sappiamo che l’attuale Agraria rifiuta ogni controllo, ha eliminato i soci scomodi, costretto alle dimissioni i consiglieri “dissidenti”, non ha il revisore dei conti, non ha l’istituto dei probiviri, non ha mai convocato una assemblea dei soci in otto anni e addirittura ha reso praticamente impossibile, con modifiche statutarie, l’accesso agli atti. Questo scritto ha lo scopo di mettere in guardia i cittadini e i soci che meno conoscono la realtà dei fatti e hanno meno difese contro le ridicole e sconclusionate spacconate di De Paolis, Delmirani e dei pochi consiglieri che ancora li seguono nel loro progressivo delirio. I consiglieri infatti rischiano ormai solo imputazioni penali e responsabilità personali per i danni economici provocati da questa amministrazione all’Ente e ai soci, come il giudice dice in ordinanza. La loro posizione rischia di aggravarsi ancora con il prossimo CdA, convocato illegalmente per il 14 aprile, nel quale il De Paolis cercherà di rabberciare alla meglio la situazione e tenterà ancora di eliminare i soci scomodi. L’aspetto più ridicolo – continuano dal Comitato Usi civici – dell’epurazione dei soci è che vengono fatti decadere perché tengono “condotte contrarie agli interessi dell’ente” (art. 5 comma 4 dello Statuto) da persone come De Paolis e Delmirani che dovrebbero per primi essere epurati perché con il loro comportamento e le loro azioni stanno arrecando all’ente danni gravissimi. Queste persone non sono più i responsabili dell’associazione, non sono più gli interlocutori legittimi, non possono convocare alcun Consiglio di Amministrazione e non meritano risposte».
Il Comitato spiega di voler «però spiegare ai cittadini che chiediamo ai giudici il commissariamento con il solo scopo di portare l’ente agrario ad elezioni e ad una nuova gestione, speriamo decisamente migliore e disponibile, per quanto riguarda gli usi civici, alla stesura di una nuova perizia finalmente corretta e all’abolizione dell’attuale perizia Monaci completamente errata per quanto riguarda i 170 ettari di Tenuta delle Mortelle ( 8 sentenze vinte dai ricorrenti di cui 2 passate in giudicato) e i 106 ettari di Tenuta XIII Quartucci ( terre di punta del Pecoraro tutte affrancate con sentenze del Commissario agli usi civici negli anni 70 e 80 del ‘900) . Nel recente articolo stampa il De Paolis accusa le istituzioni di non aver dato seguito alle sue proposte per la soluzione del problema degli usi civici. Si riferisce alla proposta di “sclassificare”, cioè liberare dall’uso civico, le centinaia di ettari di terreni urbanizzati che la perizia Monaci pone come vincolati e che in realtà non lo sono affatto per le ragioni poco sopra messe in evidenza. Questa proposta non va a favore della collettività ma ha il solo scopo di ottenere in cambio dal Comune un pari numero di ettari a compensazione della cosiddetta “sclassificazione” di terreni già liberi da ogni vincolo.
Fa poi letteralmente tenerezza per la sua ingenuità il tentativo del De Paolis di far passare per un vantaggio della collettività la rivalutazione del patrimonio dell’Ente perpetrata al solo scopo di mascherare lo sperpero di denaro pubblico che sarebbe comparso evidente nel bilancio consuntivo 2021, dopo la smobilitazione di oltre tre milioni di obbligazioni e l’impiego del plusvalore di 750 mila euro nella spesa corrente (anziché in investimenti a favore della collettività, come le norme regionali impongono). Senza voler di nuovo fare l’elenco delle anomalie amministrative e contabili , a questo provvederanno le istituzioni competenti con le azioni in corso, basterebbe, per far comprendere ai cittadini la gravità della situazione, che il De Paolis pubblicasse le somme spese negli ultimi anni per : incarichi e consulenze legali, incarichi per perizie demaniali, incarichi per consulenti amministrativi ( affidate tra l’altro sempre agli stessi pochissimi professionisti senza applicare il principio della rotazione) . Si arriverebbe a una cifra superiore al milione di euro, spesa a dir poco eccessiva in una associazione che ha pochissime entrate strutturali e l’azienda agricola addirittura in perdita. Non ci dilunghiamo oltre perché pensiamo che ormai cittadini, soci e istituzioni abbiano capito chi siano questi personaggi che ancora si aggirano negli uffici dell’ente agrario e confidiamo nella volontà del tribunale di Civitavecchia di nominare, come da ordinanza 23/2023, un curatore speciale che cancelli definitivamente – concludono duri dal Comitato usi civici – questa pagina buia dell’ente agrario prendendo le immediate decisioni necessarie a portare l’ente al più presto a regolari e libere elezioni».