VITERBO – “Tutta gente che ha investito nel centro storico, che lo ama, e che si è messo a servizio della città gratuitamente per fare insieme qualcosa che non sarà San Pellegrino in Fiore, ma che siamo certi sarà bello“. Il trionfante annuncio circa un mese fa sulla pagina social della Proloco che dopo l’annullamento della kermesse San Pellegrino in Fiore ha deciso “con le proprie forze” di dare vita a “Viterbo In Festa”, evento previsto per il ponte del 1 maggio nell’intero centro storico cittadino con il coinvolgimento di tantissime realtà locali, felici di contribuire a realizzare ciò che il Comune aveva cancellato.
“Ci stiamo mettendo la faccia, il nome, ci stiamo mettendo soldi, energie, tempo. E lo stiamo facendo per un’unica ragione. Perché amiamo Viterbo. Ringraziamo tutti perché questa ondata di amore, di entusiasmo e di partecipazione è qualcosa che scalda davvero il cuore e senza la quale non saremmo riusciti ad organizzare questo evento”. Ringraziava così la Proloco lo tsunami di partecipazioni arrivate in breve tempo.
Nel frattempo il comune non è rimasto in finestra, ma ha deciso di contribuire economicamente deliberando un impegno di spesa per la buona riuscita della festa. Ma evidentemente, da “mettersi a servizio gratuitamente” a “qui non c’è una lira” è stato un attimo, e così, sempre la Proloco, da ieri piange via social per il misero piatto: “Il comune di Viterbo – scrive l’associazione – parteciperà alla manifestazione pagando servizi per 17 mila euro. Alla Pro loco Viterbo darà un contributo di 1500 euro che non bastano neanche per pagare il solo piano di sicurezza”.
Infine la richiesta di “rispetto e stima per chi sta lavorando” e la dichiarazione di volere aspettare il 2 maggio “per trarre le conclusioni. Nel bene e nel male”. Cosa che al momento, attraverso post social e media partner, non sembra stiano mettendo in pratica.
b.f.