Tarquinia- Omicidio Angeletti, Claudio Cesaris condannato a 25 anni di carcere

La procura aveva chiesto 23 anni di carcere, il delitto nel dicembre 2021 nel parcheggio delle Saline

TARQUINIA- La Corte d’Assise di Roma ha condannato Claudio Cesaris per l’omicidio del professore universitario Dario Angeletti a 25 anni e 2 mesi per l’omicidio, assolto per gli atti persecutori.

Respinta la richiesta di risarcimento del danno del Comune e dell’ex amante Bellati.

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
TRIBUNALE DI ROMA
I CORTE DI ASSISE
PQM
Visti gli artt. 533, 535 c.p.p. dichiara Cesaris Claudio colpevole dei reati a lui ascritti ai capi A), B), D) e, concesse le circostanze attenuanti generiche equivalenti alle contestate aggravanti, unificati i reati sotto il vincolo della continuazione, lo condanna alla pena di anni 25 mesi due di reclusione, nonché al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare.

Visti gli artt. 29 e 32 c.p. dichiara l’imputato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena.

Assolto capo C. Provvisionale nei confronti delle parti civili Saskia Maria Reichel, David Angeletti e Nicholas Angeletti che liquida in euro 200.000,00 ciascuno; nei confronti delle parti civili Roberta Angeletti e Maria Elena Angeletti, che liquida in euro 70.000,00 ciascuna; ed altresì nei confronti dell’Università degli Studi della Tuscia, che liquida in euro 25.000,00.

Questa la condanna stabilita dalla Corte di Assise di Roma per Claudio Cesaris, il 69enne di Pavia, imputato per l’omicidio del biologo marino e professore associato all’università della Tuscia Dario Angeletti ucciso con due colpi di pistola nel parcheggio delle Saline a Tarquinia il 7 dicembre del 2021.

L’accusa nei confronti di Cesaris è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione per aver agito “nei confronti di persona che frequentava la ex compagna, dopo aver assunto informazioni sul conto della vittima, effettuato pedinamenti e sopralluoghi, essersi informato sulla possibilità di localizzare un telefono spento e sulla percentuale dei casi irrisolti di omicidio, essersi procurato un’arma diversa da quelle denunciate e con essa aver atteso che la vittima uscisse dal lavoro” e di atti persecutori nei confronti della ex.

Accusa quest’ultima caduta. Alla lettura della sentenza erano presenti i familiari della vittima.

Il pm della Procura di Civitavecchia Alessandro Gentile aveva chiesto 23 anni di carcere per l’imputato. Nella scorsa udienza Cesaris con una dichiarazione spontanea davanti alla Corte aveva detto di non riconoscersi in quello che aveva fatto.

E’ passato più di un anno e non mi riconosco in quello che ho fatto – aveva detto il sessantanovenne difeso dagli avvocati Alessandro De Federicis e Michele Passione – ho avuto una vita integerrima. Tutto questo mi da’ un immane dolore, ho privato una famiglia di un loro caro e non c’e’ una giustificazione. Voglio chiedere perdono per quello che ho fatto”.