CIVITA CASTELLANA – Da mesi pretendeva una quota dello stipendio di un ventenne, che, stremato dalle continue minacce di ritorsioni, finalmente decideva di rivolgersi ai carabinieri di Civita Castellana.
Di questa incredibile storia è stato vittima un ragazzo civitonico che, rassicurato dai militari, era stato consigliato di continuare a comportarsi come aveva fatto fino a quel momento, facendo intendere al suo estortore che la consueta consegna avrebbe avuto luogo come sempre. Ma all’appuntamento, ad aspettarlo, c’erano i militari, e subito sono scattate le manette per un 30enne di origini marocchine, residente a Civita Castellana, disoccupato, già gravato da precedenti specifici: l’uomo si è ritrovato improvvisamente accerchiato e non ha neppure potuto provare a darsi alla fuga, con in tasca le banconote appena consegnate dalla vittima.
E’ terminato così l’incubo del giovane lavoratore, che ha riferito di esser stato costretto a consegnare dallo scorso mese di novembre un totale di circa 4.000 euro, intimorito dal tenore delle minacce e dal potere intimidatorio che gli derivava dalla notorietà nell’ambiente criminale locale.
Ieri, la convalida dell’arresto da parte del GIP del Tribunale di Viterbo che ha disposto i domiciliari per il presunto estorsore.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva