A fine conferenza stampa dei 100 giorni di Rocca anche il consigliere Daniele Sabatini chiede spiegazioni. Due milioni di metri cubi da sviluppare in monnezza arriveranno nella Tuscia per salvare Roma e la regione Lazio. Altro che rifiuti raccolti dal mare…
ROMA – Ieri mattina è andata in scena la conferenza stampa del governatore della regione Lazio Francesco Rocca e dei suoi assessori che hanno illustrato i primi 100 giorni dal loro insediamento.
Tutto molto interessante anche se la nostra attenzione è caduta sulla presenza di due dirigenti al centro di feroci polemiche da tempo, Vito Consoli e Wanda D’Ercole.
Erano insieme, parlottavano con fare disinvolto. Loro coccolati e voluti fortemente da Nicola Zingaretti e l’ex assessore ai rifiuti Massimiano Valleriani si sono già adeguati al nuovo corso politico come se niente fosse.
Vani sono stati i tentativi di parlare con Vito Consoli. Troppo arrabbiato con noi per i precedenti articoli che gli abbiamo dedicato in generale e più dettagliatamente su Arlena di Castro. Non ci siamo dati per vinti e quando lo abbiamo visto confrontarsi con il capogruppo di Fratelli d’Italia, Daniele Sabatini prima abbiamo scattato qualche foto e poi finalmente, in modo molto civile, ci siamo confrontati parlando del nostro territorio (la Tuscia), aggredito dai rifiuti provenienti da Roma e dal resto della regione.
I due stavano parlando della mega discarica in fase avanzata di autorizzazione e cioè quella di Arlena di Castro.
Noi l’abbiamo definita una finta promozione di tutela dell’ambiente e del riciclaggio delle plastiche recuperate dal mare. Così è. Lo ha confermato proprio il direttore dell’area rifiuti Vito Consoli che, per la prima volta, ha parlato di discarica vera e propria. Identica in tutto e per tutto a quella di Monterazzano. Quasi un milione di metri cubi per interrare rifiuti speciali con codice EER 19.12.12 che vanno ad aggiungersi al milione già previsti d’ampliamento di Monterazzano.
Sì. La società Med Sea Litter è una scatola vuota. Una volta acquisite tutte le autorizzazioni sarà venduta a chi i rifiuti non sa dove interrarli visto che non c’è un termovalorizzatore per bruciarli.
Un affare per quegli imprenditori senza scrupoli che ha ingannato i territori e gli abitanti dove sono cresciuti e arricchiti e che adesso vedrà realizzati i loro sogni di diventare milionari.
La nostra inchiesta quindi ha trovato risposte. Anzi. Non fosse stato per noi la discarica avrebbe iniziato ad operare senza che nessuno si accorgesse del “regalino”, l’ennesimo che un sindaco sprovveduto e addirittura premiato da LegaAmbiente, Publio Cascianelli, ha fatto alla nostra provincia.
Altro che Tuscia, altro che Etruschi, laghi, borghi e castelli, altro che ambiente. Tra discariche, mega impianti fotovoltaici, eolici e biodigestori il territorio si è trasformato lentamente nella più gigantesca cloaca del Lazio e in particolare di Roma. Questa la gratitudine di Roma e dei romani salvati dal fetore delle loro deiezioni e non solo dal quinto Re della Vetus, Tarquinio Prisco (Lucio Tarquinio Prisco (in latino: Lucius Tarquinius Priscus; Tarquinia, … – 579 a.C.) originario di Tarquinia in Etruria, è stato il quinto re di Roma secondo la cronologia di Tito Livio, e regnò per 37 anni).
La Cloaca Massima usufruiva dell’esperienza sviluppata dall’ingegneria etrusca, con l’utilizzo dell’arco a volta che la rendeva più stabile e duratura nel tempo. Fu una delle prime grandi opere di urbanizzazione. Aveva origine nella Suburra e, attraverso l’Argileto, il Foro, il Velabro, il Foro Boario, si scaricava nel Tevere nei pressi di Ponte Emilio.
È la più antica fogna ancora pienamente funzionante al mondo, essendo in funzione da oltre 2500 anni. Roma fu letteralmente salvata dalla m….
Adesso la terra degli etruschi torna protagonista nel risolvere il problemi della Capitale diventando la più grande pattumiere d’Europa a cielo aperto.
La cosa che fa più arrabbiare è il metodo con il quale si è giunti a questo straordinario primato. I silenzi e le doppie vesti. Basterebbe leggere questo documento scritto dal sindaco di Arlena di Castro, Publio Cascianelli, sull’individuazione del territorio tra quelli idonei ad accogliere le scorie nucleari da smaltire per capire che c’è qualcosa che non quadra e chiederne le dimissioni.
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Torniamo a Vito Consoli. La colpa non è certo la sua se continua a rimanere in un dipartimento dove è stato chiamato da chi ha preceduto Francesco Rocca nel guidare la regione.
Anzi. Proprio a dimostrazione che il nuovo corso è in difficoltà nell’individuare dirigenti in grado di occuparsi di questi argomenti gli stessi vengono premiati anche con altre responsabilità. Per bocca dello stesso Vito Consoli abbiamo scoperto che adesso si sta occupando anche di agricoltura in supporto dell’assessore Giancarlo Righini.
Ad Arlena di Castro e in regione Lazio l’hanno bevuta tutti (tranne noi) la storia della salvaguardia dei mari.
Cosa che non hanno fatto altre regioni a guida Pd che hanno bocciato senza appello le richieste della Med Sea Litter che si presentava con asset societari allargati.
Purtroppo la diagnosi è presto fatta e il business dei grandi guadagni anche. Parliamo di cifre da capogiro che entreranno nelle tasche dei “signori” (il plurale è solo linguistico) della monnezza. Centinaia di milioni di euro in cambio di spese di realizzazione e scavo praticamente ridicole. Ridicoli come i posti di lavoro promessi con cui il sindaco “ambientalista” si riempie la bocca. Sessanta posti da pescare nel solo piccolo comune viterbese. Tutto il paese a maneggiare rifiuti speciali (altro che plastichette). Ad onor del vero, sessanta unità lavorative non riuscirebbe a metterle insieme neanche l’Esercito militare in caso di guerra ma sembrerebbe che le coppie si stiano dando da fare per incrementare le natalità e conseguente forza lavoro.
Dunque il disegno è chiaro. Se vuoi aprire una discarica nuova di zecca devi scegliere un posto nella Tuscia.