Gli agenti del commissariato di Tarquinia stanno stringendo il cerchio sulla banda di spacciatori protagonisti del fatto di sangue. Intanto in paese i cittadini chiedono le ronde o l’intervento dell’esercito
MONTALTO DI CASTRO – Sale a tre il numero degli indagati a seguito della sparatoria avvenuta sabato scorso in una delle pinete di Marina di Montalto. Precisamente quella che separa il luogo di villeggiatura con la spiaggia delle Murelle.
Gli uomini del commissariato di Tarquinia stanno continuando le indagini in modo serrato (anche con l’ausilio dei droni) per chiudere le piazze di spaccio che dai centri urbani si sono spostati nelle meno frequentate pinete.
Grazie alle indagini e ai riscontri telefonici il quadro degli inquirenti appare sempre più chiaro.
La sparatoria è nata a seguito di una discussione tra bande e legata allo spaccio di droga. Eroina, cocaina, hashish e marijuana.
Il 30enne tunisino ferito all’addome si trova ancora ricoverato in ospedale per evitare che possano insorgere infezioni causate dall’ogiva che lo ha trapassato. Un colpo di pistola a bruciapelo che poteva essere fatale.
identificato anche l’uomo che lo ha soccorso. Si tratta di un uomo di Montalto di Castro, assuntore e già noto alle forze dell’ordine.
Era andato in pineta per acquistare una dose ed invece si è trovato il 30enne in fuga e pieno di sangue che chiedeva aiuto.
Lo ha portato all’ospedale di Tarquinia dove, operato d’urgenza, è stato dichiarato non in pericolo di vita ma con lesioni gravissime giudicate guaribili in 40 giorni.
Gli altri indagati erano presenti al momento del conflitto a fuoco ed hanno avuto un ruolo attivo nella lite che si è trasformata in un vero e proprio agguato.
Tutti accusati a vario titolo di tentato omicidio, concorso in tentato omicidio, spaccio di sostanze stupefacenti e comunicazione di false generalità.
Mentre le indagini proseguono senza sosta i cittadini hanno già costituito una sorta di “ronda social”. Un gruppo creato su whatsapp per segnalare situazioni ambigue e di pericolo ma dove lo sfogo dei cittadini montaltesi sta andando ben oltre. Essendo le pinete molteplici così come i luoghi di spaccio il supporto di un presidio militare, almeno per il periodo estivo, servirebbe come deterrente a queste bande criminali che imperversano sul territorio.
Mentre a Tarquinia le pinete sono state “ripulite” sia con azioni mirate di carabinieri e polizia l’amministrazione comunale ha contribuito con l’installazione di decine di telecamere nei luoghi poco frequentati dove la microcriminalità potrebbe trovare rifugio.
Il sistema di videosorveglianza del comune di Montalto di Castro non è sufficiente a coprire un territorio vasto e in gran parte abbandonato anche al degrado. Su quest’ultimo aspetto le responsabilità vanno ricercate nell’assessore con delega al patrimonio e igiene urbana Francesco Corniglia meglio noto come il “talebano della carta bollata” che improvvisamente ha perso la sua verve critica, i suoi minuziosi e capziosi controlli al lavoro dei suoi colleghi. Fortunatamente a rimboccarsi le maniche ci hanno pensato la sindaca Emanuela Socciarelli e l’assessore Marco Fedele che hanno iniziato a tessere una serie di incontri con Prefettura e organi di polizia per aumentare i controlli e rendere la villeggiatura a Marina di Montalto serena, divertente ed accogliente per i giovani come è sempre stato.