VITERBO – Basta intimidazioni alle istituzioni dello Stato che svolgono con correttezza e terzietà il loro ruolo tecnico scientifico. Le associazioni ambientaliste contrarie al grande fotovoltaico a terra esprimono solidarietà all’ISPRA, sotto attacco a causa delRapporto sul consumo di suoloda parte dell’industria del fotovoltaico e dei suoi sostenitori alla ricerca di facili profitti. Si moltiplicano gli studi di enti esperti e studiosi che si pongono seriamente il problema del consumo di suolo da parte di eolico e fotovoltaico, uno degli ostacoli più seri che si frappone alla diffusione in Italia delle fonti rinnovabili elettriche intermittenti, perché include la considerazione del danno al paesaggio e alla biodiversità e della mutazione della destinazione d’uso dei territori naturali e agricoli. Fra questi:
– uno studio Enea pubblicato di recente sulla rivista Energies, sul potenziale del fotovoltaico in Italia impiegando solo le superfici di copertura di edifici esistenti.
– Una elaborazione di dati del prof. Angelo Spena, Università di Roma Tor Vergata, http://astrolabio.amicidellaterra.it/node/3006 sulla possibilità di raggiungere poco meno di 100 GWp, con impianti fotovoltaici, anche solo sul 70% degli esistenti capannoni industriali italiani entro 2030, triplicando l’obiettivo Pniec (28 GWp aggiuntivi).
– La recente pubblicazione dell’Università della Tuscia che documenta come le proprietà dei suoli su cui sono installati gli impianti fotovoltaici (fertilità, capacità di ritenzione idrica, sostanza organica, attività batterica e – di conseguenza – capacità di sequestro della CO2 atmosferica) risultano sensibilmente peggiorate dopo 7 anni dall’installazione dei pannelli FV: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S2352009422000207
– le proposte di CNA Lombardia per l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni delle Pmi coinvolgendo 200.000 imprese in tutta Italia, e installando 8.700 MW di potenza, riducendo di 1 miliardo di metri cubi l’anno i consumi di gas.
– la presa di posizione contraria al fotovoltaico su superfici agricole del presidente della Coldiretti Ettore Prandini
Gran parte dei dati ufficiali utili a queste e ad altre ricerche sul tema sono raccolti ed elaborati da anni dall’ISPRA, l’istituto per protezione e la ricerca sull’ambiente, che pubblica annualmente il Rapporto sul consumo di suolo includendo correttamente fra le cause del fenomeno, senza alcuna enfasi, la diffusione dei grandi impianti fotovoltaici a terra.
Per questo suo ruolo, previsto dalla legge e svolto con la terzietà garantita dall’autonomia scientifica, ora l’Ispra è sotto attacco da parte dell’industria del solare fotovoltaico e dei suoi sodali che scalpitano per vedere approvati dal governo 780 grandi progetti di fotovoltaico che incombono sulle scarse superfici naturali ed agricole pianeggianti del nostro paese.
Si fronteggiano due interessi contrapposti? Si. Il primo è un interesse collettivo di portata costituzionale e riguarda la tutela di beni comuni. Il secondo è l’interesse di chi intende fare profitti senza tante storie, nel modo più redditizio e più facile, approfittando della crisi climatica.