“Il nostro appello. Il nostro grido”. Sputtanati: istituto scolastico, presunta vittima e presunto aggressore
VITERBO – Ormai questa città è alla deriva. Come qualcuno scrive sui social “è arrivato il momento di un bel meteorite”.
Questa mattina un giornale online di Viterbo pubblicava un articolo alquanto anomalo sia nella notizia che nel contenuto.
Il formidabile giornalista ha scritto:
“Studentessa molestata all’interno dell’Accademia delle belle arti”. È quanto sarebbe avvenuto in uno dei locali dell’istituto scolastico della città dei papi. A dare la notizia le associazioni Ponte donna e Kyanos che invitano poi, con un appello, altre studentesse a far sentire la loro voce contattando il centro antiviolenza Penelope tramite mail.
“Trovate il coraggio garantiremo l’anonimato”. Questo il titolo dell’appello lanciato dalle associazioni che gestiscono il centro in via della pettinara.
Da come scrive l’arguto cronista sembrerebbe aver carpito la notizia attraverso i social. Invece scopriamo, come potete vedere voi stessi che sono appelli post articoli. Non c’è traccia di post o appelli scritti ante-notizia giornalistica. Fatto assai strano.
Queste due associazioni sarebbero in cerca di ragazze molestate da difendere. Luogo del peccato l’istituto della Belle Arti da Viterbo dell’ingegner Sepiacci che proprio in questi giorni sta trasformando il vecchio convento in una delle più grandi Rsa nel cuore della città (dicono).
Alberi tagliati per fare spazio ad un nuovo ingresso su via Monte Grappa. Carotaggi sotto lo scoppio del sole dove c’era il verde orto delle suore (anche qui tutto è stato tagliato o lasciato seccare).
Dunque, tornando alla questione. Non c’è traccia della vittima. Non c’è traccia dell’appello iniziale. Non c’è traccia del molestatore ma se qualche studentessa o studente avesse subito molestie di qualsiasi natura può mandare una mail ad uno dei due centri gestiti dalla “compagna”, in tutti i sensi, dell’ex consigliere comunale Massimo Erbetti, invece di rivolgersi alle forze dell’ordine.
L’associazione garantisce l’anonimato. Lo garantisce talmente bene da aver fornito il luogo dove si sarebbe consumata la presunta violenza. Abbiamo contattato l’ingegner Sepiacci, titolare dell’istituto Belle Arti di Viterbo che ci ha rimandato a domani per gli approfondimenti.
Notizia anomala che deve essere approfondita semmai dalle forze dell’ordine e non dalle associazioni a caccia di “clienti”.