Viterbo – Studentessa molestata. Sepiacci, proprietario dell’Accademia Belle Arti e del Ragonesi rinviato a giudizio

Luigi Sepiacci, proprietario, ex direttore e oggi docente dell’Accademia delle Belle arti di Viterbo sarà a processo per violenza sessuale. E’ accusato di aver molestato una giovane studentessa all’interno dei locali dell’istituto scolastico viterbese

VITERBO – Fissata dal gip, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Michele Adragna a conclusione delle indagini preliminari, a carico dell’ingegner Luigi Sepiacci (nella foto), 77enne romano proprietario dell’Accademia delle Belle Arti e del Ragonesi a Viterbo.

Prima udienza del dibattimento si terrà entro fine anno di fronte al tribunale collegiale di Viterbo.

Una studentessa, nei mesi scorsi, ha denunciato molestie sessuali ripetute subite all’interno dell’Istituto da parte dell’anziano docente.

L’accusa è di violenza sessuale.

Sepiacci, secondo quanto denunciato dalla ragazza, durante i colloqui con la studentessa, avrebbe promesso di risolvere i suoi problemi di studio in cambio di favori sessuali.

Da quella denuncia sono scattate le indagini della procura, al termine delle quali il pm Adragna, ritenendo di aver raccolto elementi utili a supporto della propria tesi accusatoria, ha chiesto e ottenuto dal gip il rinvio a giudizio nei confronti del docente dell’Accademia. In base alle novità del codice di procedura penale introdotte dal “codice rosso”, il presunto autore della violenza sessuale è finito subito a dibattimento senza passare attraverso l’udienza di fronte al gup.

Scrive Adragna nella richiesta di rinvio a giudizio (accolta dal Gip Eutizi) la studentessa fu “convocata per un problema nell’ultimo esame del corso, che le avrebbe impedito il conseguimento della laurea nella sessione del 23 febbraio 2023, riferendole che era disposto ad aiutarla e che bisognava trovare un modo per ‘convincerlo’, ribadendo che il materiale – portato dalla studentessa per l’esame – non era sufficiente e che per non rimandare la laurea bisognava trovare una soluzione”.

Secondo quanto riportato nel dispositivo di rinvio a giudizio il docente, approfittando del proprio ruolo, portava ripetutamente le mani della studentessa sulle proprie parti intime.


Presunzione di innocenza

Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.