VITERBO – Quartiere San Faustino, è passato circa un mese dagli ultimi fatti di cronaca che hanno visto la tentata aggressione da parte di alcuni africani verso i residenti, ed un trentenne nigeriano scagliarsi contro il carabiniere arrivato sul posto con altri colleghi anche per la musica ad alto volume e la confusione generata in un bar gestito da africani, ma i cittadini non si sentono ancora al sicuro.
Il locale coinvolto è stato chiuso per quindici giorni e i residenti, tacciati di “razzismo”. Cosa che i diretti interessati escludono categoricamente. “Non siamo assolutamente intolleranti al colore della pelle. Siamo intolleranti a chi la notte invece di dormire preferisce ubriacarsi, defecare sui muri delle case, urlare a suon di musica ad altissimo volume. Tutti la mattina dobbiamo andare al lavoro, non solo loro”.
“I Presidi delle forze dell’ordine sono insufficienti se già dal tardo pomeriggio via Bellavista si trasforma in una discarica tra cocci, bottiglie ed escrementi lasciati da ubriachi”.
Inoltre, “sono state fatte diversi segnalazioni riguardo a palazzi fatiscenti e precari che sono stati occupati. Ci chiediamo come sia possibile rendere abitabile un locale di pochi metri quadrati senza finestre dove si buttano a vivere decine di persone.
Non sappiamo se i censimenti annunciati dal comune siano iniziati, ma ad oggi non è cambiato nulla”.
Ma soprattutto, alcuni “Amici di San Faustino” ci tengono a ribadire che “Non sono i neri, i bianchi o i gialli che ci disturbano, ma gli ubriachi, i maleducati e i nullafacenti che pensano di fare il porco comodo fregandosene del prossimo“.
Benedetta Ferrari