CIVITAVECCHIA – Un’avventura per i ragazzi coinvolti, una dura prova, carica di preoccupazione e di responsabilità, per l’insegnante che li ha accompagnati.
Un’odissea quella vissuta dieci giorni fa da dieci ragazzini civitavecchiese, tutti minorenni, in vacanza studio in Inghilterra insieme all’insegnante madrelingua Sophie Bennet, titolare dell’omonima scuola cittadina.
Il gruppo sarebbe dovuto rimanere a Bristol per due settimane, ospite di famiglie del posto, frequentando una scuola per migliorare il proprio livello di inglese e visitando posti nuovi. E sarebbero dovuti rientrare il 15 luglio scorso, con il volo di prima mattina. E invece, proprio quel sabato, è stata una giornata nera per il trasporto aereo, con centinaia di voli cancellati. E tra questi, anche quello su cui avrebbero dovuto volare i ragazzi, di età compresa tra i 13 e i 16 anni.
«Eravamo preoccupati di doverci alzare presto per arrivare all’aeroporto – ha raccontato l’insegnante – e invece il pomeriggio prima mi è arrivata una mail con la quale mi veniva detto che il nostro volo era stato cancellato». Dopo un primo momento di preoccupazione, Sophie Bennet si è rimboccata le maniche, cercando di trovare una soluzione, che potesse innanzitutto tutelare il gruppo di ragazzi che le erano stati affidati dalle famiglie.
«Ho iniziato a cercare altri voli – ha spiegato – ma non era facile farlo in autonomia, così ho contattato il servizio clienti. Metà luglio, con centinaia di voli cancellati e la necessità di trovare 11 posti insieme: è stato difficilissimo trovare un volo. Abbiamo provato a cambiare aeroporti di partenza e di arrivo, ma niente. Finché alla fine ne abbiamo fermato uno: il martedì mattina successivo, da Gatwick a Londra. Bene. Ma dove avremmo alloggiato in questi giorni? La compagnia non ci avrebbe assicurato nulla. E così è stato. Avevamo il volo ma non un albergo o delle stanze libere dove poter dormire».
E così l’insegnate le ha provate tutte. Si è attaccata letteralmente al telefono, contattando gli alberghi di Bristol, ma senza successo. Stessa cosa a Londra. «Eravamo in emergenza, senza casa e senza stanze – ha aggiunto Bennet – alla fine tre famiglie, che non avevano altri ragazzi in arrivo, hanno consentito la permanenza per altre due notti. E poi c’è stata la direttrice della scuola a salvarci: ha ospitato me e gli altri sette ragazzi a casa sua. L’ultima notte invece abbiamo viaggiato per raggiungere Londra: siamo tornati sani e salvi, e questo è l’importante. Devo ringraziare anche le famiglie che, dall’Italia, hanno dimostrato sempre una grande fiducia. E alla fine, devo dire, che i ragazzi sono stati bravissimi e soprattutto si sono divertiti in questi tre giorni in più, trascorsi a visitare luoghi e città con più spensieratezza».