Il video è stato rimosso in un secondo momento, ma ormai le condivisioni erano state migliaia
LATINA Invece di aiutarla a rialzarsi, dopo essere caduta a terra per un malore, ha pensato bene di filmarla nelle parti intime, visto che la gonna si era alzata.
La ragazza, una studentessa minorenne, è dunque diventata protagonista di un video postato su una pagina di Instagram chiusa, ristretta dunque a una cerchia di amici.
Tutt’altro che una bravata, visto che ora la Procura per i minorenni di Roma ha aperto un’inchiesta per diffusione di materiale pedopornografico.
Per il momento sono quattro i minori iscritti nel registro degli indagati, ma il numero potrebbe essere destinato a salire.
La comitiva di ragazzi era a una festa sulla spiaggia di Latina: era la notte di Ferragosto e probabilmente più di qualcuno aveva alzato il gomito. La studentessa, forse non abituata a bere o forse per il caldo ha avuto un malore e ha iniziato a barcollare, prima di precipitare in avanti, sulle ginocchia.
Quel gesto le ha spostato il vestito, mettendo in mostra il suo intimo. È a quel punto che uno del gruppo ha estratto il cellulare dalla tasca e ha iniziato a riprendere quella scena. Pochi minuti dopo era già sul web.
Decine le condivisioni tra quelli che sarebbero dovuti essere i suoi amici. Peraltro, nel video si sentono anche altri ragazzi ridere di quel malore.
Le immagini della giovane a terra sono state cancellate il giorno dopo, ma qualcuno le aveva salvate sul cellulare e le ha mostrate alla diretta interessata. Mortificata e scossa per l’accaduto, ha raccontato tutto ai genitori mostrando loro una copia integrale del video.
La famiglia, tramite il proprio avvocato di fiducia, ha così deciso di presentato un esposto alla procura di Roma. Il reato ipotizzato è quello di diffusione di immagini dal contenuto pedopornografico, vista la minore età della ragazza. Per il momento ci sono quattro ragazzi iscritti nel registro degli indagati per aver condiviso il video.
Compito della magistratura sarà quello di arrivare a identificare l’autore di quelle immagini, il primo che ha fatto partire le condivisioni e altre persone che potrebbero aver alimentato la diffusione delle immagini.
L’inchiesta è all’inizio. «I ragazzi non hanno la percezione di ciò che è lecito e non lecito fare sul web, né il dolore che provocano con le condivisioni», spiega Monica Sansoni, garante dell’infanzia e adolescenza della Regione. «Chi viene taggato, deve a sua volta ripostare, come se questo gesto fosse meno grave rispetto al primo che ha postato. Restringere la visualizzazione di filmati e foto solo agli amici stretti non riduce le responsabilità».