Mecarini: “Si faccia al più presto un Museo delle macchine di Santa Rosa”. Tutte le dediche del Trasporto e la commozione dell’assessore Antoniozzi. Don Luigi: “Festa profondamente religiosa che ha colpito il vescovo”
VITERBO – Ultimo trasporto per Gloria. La macchina ideata dall’architetto Raffele Ascenzi, quest’anno alla sua ultima uscita, e tutto ciò che le ruota intorno, sono stati presentati a Palazzo dei Priori alla presenza della sindaca Chiara Frontini e l’assessore Alfonso Antoniozzi insieme alle altre istituzioni coinvolte, oltre a sodalizio dei Facchini, diocesi, il costruttore Fiorillo e l’ideatore Ascenzi.
“L’appuntamento più bello dell’anno – lo definisce la sindaca Frontini – . In particolare questo trasporto del 2023 che segna i dieci anni del riconoscimento Unesco al trasporto, come patrimonio immateriale dell’umanità”.
Tra le novità di quest’anno la realizzazione di una spilla celebrativa che sarà appuntata sulle divise dei mini facchini e un fazzoletto con lo stemma del Sodalizio presentato da Fiorillo. Ma oltre ai gadget locali si punta al mondo, e per questo: “Tra gli invitati avremo gli ambasciatori di Messico, Colombia, Filippine, Panama e Costa Rica per promuoverla in ogni luogo.– afferma Frontini – . Voglio ringraziare in primis Raffaele Ascenzi che ha fatto questo regalo alla città e a tutti e Vincenzo Fiorillo che non sono solo ideatore e costruttore di Gloria, ma anche i suoi custodi. “Ringraziamenti che si estendono a tutti, prefettura, questura, diocesi, il sodalizio con i suoi protagonisti, tutte le istituzioni e Enit che ci ha dato il patrocinio”.
La prima cittadina ricorda che il percorso della macchina torna ad essere quello della tradizione, quindi nessun passaggio su via Marconi.
Dalla diocesi il vicario don Luigi Fabbri porta i saluti del vescovo Piazza: “Una festa di popolo con profonde motivazioni religiose che il vescovo sta vivendo con grande emozione e partecipazione emotiva, entrando in pieno nello spirito di questo evento identitario, dove devozione, celebrazioni e processioni accompagnano la grande serata che rappresenta reciprocità e mutualità, due valori che appartengono ai facchini e alla loro storia”.
Il presidente del sodalizio dei facchini Massimo Mecarini, ha sottolineato lo strabiliante successo delle cene in piazza per beneficenza e ricordato dediche e “girate” di questo imminente trasporto. “Le girate saranno dedicate ai facchini scomparsi, Antonio Scarponi, Luigi Scorzini, Rolando Venanzi, Luciano Scardozzi, e Sandro Radanich, le dediche andranno a personaggi che hanno gravitato intorno alla Macchina come il maestro Roberto Ioppolo, Cesare Cencioni vice presidente Avis, Mario Roselli, Giancarlo Sabatini, Cesare Laureti e Ruben Ciarlanti, figlio di un nostro facchino, prematuramente scomparso, e infine lo scultore Alessio Paternesi che non solo ci ha dedicato un monumento, ma ci ha anche accolto sempre a braccia aperte. Ci congediamo con un velo di malinconia da Gloria, come se fosse un vecchio amico. Rinnoviamo all’ amministrazione e ai presenti il nostro appello perché si faccia al più presto un museo dedicato all’esposizione permanente delle macchine di Santa Rosa“.
Il capofacchino Sandro Rossi, colui che guida cento uomini con lo sguardo, è dispiaciuto di non vedere più Gloria: “Questa macchina mi ha colpito dal primo giorno, la più bella di sempre, bella anche di giorno“. E ci tiene a ricordare la sicurezza della macchina che “Non è una macchina “senza freni” se ci dovesse essere la necessità di fermarla lo faremo. abbiamo degli appositi cavalletti di ferro da utilizzare, ma noi siamo tutti tranquilli, pronti e compatti”.
L’ideatore Raffaele Ascenzi (nella foto sopra insieme a Fiorillo) è stupito dall’affetto dimostrato alla “sua” macchina e per quanto è stata subito amata. Per lei nessuna modifica, “E’ perfetta cosi. Inserirò i nomi delle persone care che i viterbesi vogliono ricordare, portatele entro il 2 settembre e resteranno per sempre dentro Gloria”.
E infine la commozione dell’assessore Antoniozzi (nella foto sotto con Sandro Rossi) che ha commosso anche i presenti.
“Mettere da parte i personalismi non significa perdere di personalità, ma avere il cuore verso l’obiettivo. Dovete essere capaci di fare questo, come insegna il Trasporto. Io pur avendo stima per ogni ingranaggio della Macchina, la ho grandissima per Sandro Rossi e il lavoro che fa, neanche sotto tortura potrei pensare di essere la persona da cui dipende tutto il meccanismo”. Ed infine si rivolge direttamente a lui: “Ho una stima per il lavoro che fai e il rapporto di fiducia che sei riuscito a creare con cento persone, che stremate dalla fatica, si fidano solo di te. Grazie Sandro. Ti voglio bene”.
La sindaca Frontini in chiusura ci tiene a ricordare una cosa: “Siamo tutti custodi di questa tradizione e non permetteremo a nessuno di rovinarci la festa“.
Ma questa è un’altra storia…
Benedetta Ferrari