Claudio Cesaris sparò due colpi di pistola alla nuca del docente Unitus. Il suo stato di salute nn compatibile con il carcere ma a Belcolle c’è un reparto che potrebbe assisterlo
TARQUINIA – Claudio Cesaris ha lasciato il carcere ed è tornata a casa dopo neanche due anni dall’efferato omicidio con il quale ha tolto la vita al docente viterbese Dario Angeletti.
I difensori Michele Passione e Alessandro De Federicis ancor prima della sentenza di primo grado avevano chiesto un regime detentivo diverso da quello del carcere perché lo stato di salute del loro assistito, settantenne di Pavia, si era notevolmente aggravato.
Claudio Cesaris è stato condannato a 25 anni e due mesi di reclusione lo scorso 10 maggio in primo grado dalla Corte d’Assise di Roma.
Giova ricordare che è stato condannato per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione per aver agito “nei confronti di persona che frequentava la ex compagna, dopo aver assunto informazioni sul conto della vittima, effettuato pedinamenti e sopralluoghi, essersi informato sulla possibilità di localizzare un telefono spento e sulla percentuale dei casi irrisolti di omicidio, essersi procurato un’arma diversa da quelle denunciate e con essa aver atteso che la vittima uscisse dal lavoro”.
Ieri ha ottenuto il via libera del tribunale di sorveglianza di Roma a lasciare il carcere a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute.
Fa strano però pensare che un assassino senza scrupoli come Cesaris che non ha esitato neanche un atto nell’esplodere due colpi alle spalle del professor Dario Angeletti possa starsene a casa avendo scontato soltanto un anno e mezzo di carcere.