Per il Lazio, Li Somari di Tivoli tra i 24 locali italiani che entreranno a far parte della prossima Guida Michelin Italia
Nel centro storico, a pochi passi dalla cinta muraria etrusca del III sec. a.C., un nuovo locale dal confort contemporaneo dove una cuoca esperta propone la sua cucina fatta di colori e sapori che richiamano questa terra, e le sue acque dolci ma non solo, con una proposta basata su due menù degustazione o una soddisfacente scelta alla carta. Noi abbiamo apprezzato molto l’anguilla alla brace nel suo “tegamaccio” (zuppa locale di pesci d’acqua dolce), così come la visita finale nelle misteriose cantine: un tempo passaggio segreto oggi scrigno di ottime e variegate proposte gestite da un appassionato sommelier.
Le sale interne, arredate con tante bottiglie di vino alle pareti, hanno uno stile da bistrot bon ton, mentre per la bella stagione c’è un raccolto servizio all’aperto. La cucina è contemporanea e creativa, con una proposta articolata in tre menù degustazione da cui si possono estrarre singoli piatti alla carta. Noi vi consigliamo l’assaggio dei due piatti iconici dello chef: Calamaro dripping e Spaghettone burro affumicato, ostrica e lampone. Dopodiché sbizzarritevi tra le proposte di Terra, Acqua o Vegetale.
Il complesso, che comprende anche sette camere e due junior suites, risale all’inizio del 1600 e fu voluto dalla Chiesa come stazione di posta sulla strada verso Roma. Da tanti anni la gestione è in mano a una famiglia di origini venete, con due fratelli gemelli dal curriculum significativo in cucina e un terzo, sommelier, in sala. La loro proposta, che va oltre l’ispirazione locale, è stata concepita con una visione moderna sia nell’accostamento di gusti (erbe del loro orto) e sapori, sia nella presentazione dei piatti, sempre generosi e gustosi. Il consiglio è fare come abbiamo fatto noi, cioè lasciarsi consigliare dal capace Samuele e assaggiare ciò che Stefano e Andrea prepareranno per voi con passione e competenza.
Il giurista del nome (a cui è dedicata anche la via) è Bartolo da Sassoferrato, insigne giureconsulto del XIV secolo. Dalla strada si scende qualche metro per accedere in sale accoglienti, un ambiente storico con volte a mattoni vivi, molto fresco e apprezzato in estate. La cucina è legata alle tradizioni del territorio con una carta tutta dedicata alla terra, che in stagione si arricchisce di una sezione sugli abbinamenti con il tartufo nero. Servizio attento e cortese.
Zafferano – Città della Pieve PG
Città della Pieve è famosa per lo zafferano, ma anche per il vicolo Baciadonne, “uno dei più stretti d’Italia” nel bel centro storico che vi consigliamo di visitare con una passeggiata quando vi sarete alzati dai locali interni o dalla bella veranda estiva di questo accogliente ristorante che, ospitato in un signorile e raccolto hotel, propone sapori a cavallo tra Umbria e Toscana.
Famosa per la villa dell’imperatore Adriano e per la rinascimentale Villa d’Este, Tivoli è oggi nel taccuino dei buongustai per un appuntamento gastronomico imperdibile in un piccolo e raccolto locale, in cui Adriano Baldassarre propone la sua cucina. Ravioli di coda alla vaccinara, trippa, una pagina intera dedicata al quinto quarto e la panzanella e salmerino by Alessandro Narducci, omaggio ad un cuoco amico. All’inizio del menu viene presentato il manifesto della sostenibilità con le pratiche adottate per una ristorazione consapevole. Alcuni tavoli sulla passeggiata assicurano l’esperienza all’aperto.
Gli altri premiati:
Agli Amici Dopolavoro – Venezia VE
Alessandro Mecca al Castello di Grinzane Cavour – Grinzane Cavour CN
Hosteria del Platano – Varenna LC
La Cerreta Osteria – Sassetta LI
Osteria Arborina – La Morra CN