ROMA – Inerzia nella riqualificazione del Policlinico Umberto I di Roma. Un progetto di ristrutturazione del Policlinico Umberto I di Roma, che va avanti dal 2000 con uno stanziamento di oltre 241 milioni di euro, e che in 23 anni non ha visto il concreto avvio di alcun lavoro, ma solo il pagamento di parcelle per comitati, piani e consulenze.
Fondi, in origine previsti per la ristrutturazione di tutti i 46 edifici che compongono il complesso ospedaliero, oggi appena sufficienti per la ristrutturazione di 17 edifici.
Costi che sono lievitati all’infinito per un progetto già finanziato nel 1998 per un importo di 241 milioni e 879.000 euro, senza nel frattempo aver fatto nulla.
E’ questo lo stato della ristrutturazione del Policlinico Umberto I di Roma, caratterizzato da “inerzia delle amministrazioni coinvolte”, messo in evidenza dall’Autorità Anticorruzione, intervenuta con la delibera N. 396 del 6 settembre 2023.
Anac mette in luce criticità clamorose che pongono l’operato delle amministrazioni coinvolte “in generale contrasto con i principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, nonché con i principi sanciti dal Codice degli Appalti”.
Ora le cose rischiano di aggravarsi perché il progetto di miglioramento strutturale e messa in sicurezza del Policlinico Umberto I è stato inserito nel Pnrr.
Sono previsti fondi aggiuntivi per 30 milioni all’interno del Piano di Ripresa e Resilienza, che richiedono però di essere spesi entro il 2026 realizzando le opere promesse, e che rischiano di essere persi se non verranno messe in atto tutte le procedure di gara e d’appalto necessarie.
Per questo Anac ha richiamato, tra le altre cose, l’Azienda ospedaliera Universitaria al “rispetto dei tempi previsti dal cronoprogramma degli interventi finanziati con fondi Pnrr”, onde evitare che i ritardi cronici della riqualificazione inficino anche la tabella di realizzazione delle opere di miglioramento strutturale e di messa in sicurezza degli edifici, legata ai finanziamenti europei.
L’Azienda ospedaliera e la Regione Lazio hanno ora tempo quattro mesi per indicare ad Anac come intendano risolvere tutte le problematiche sollevate “con particolare riferimento all’ottimale utilizzo dei fondi residui e ai primi interventi da porre in essere per il rispetto del cronoprogramma al tempo presentato dall’Azienda ospedaliera”.
Delibera n. 396 del 6 settembre 2023