Un’indagine eseguita da Altroconsumo, associazione impegnata nella difesa dei consumatori, mostra un quadro preoccupante relativo alla sanità pubblica nell’Italia del 2022. Tra i principali aspetti negativi vi è sicuramente la lunghezza dei tempi di attesa necessari per sottoporsi a visite specialistiche ed esami diagnostici, inclusi quelli più comuni (come l’ecografia all’addome completo, l’elettrocardiogramma o la risonanza magnetica alla colonna vertebrale).
Ed è proprio per l’impossibilità di prenotare un appuntamento entro un lasso di tempo ragionevole che più della metà degli italiani preferisce rinunciare alle prestazioni pubbliche, per rivolgersi ad una delle tante strutture private disponibili nel Paese. Ciò accade sia per gli esami (60%), sia nel caso delle visite mediche specialistiche (70%). Infine, vi è anche una percentuale di pazienti che non riesce ad accedere ad alcun tipo di servizio (ossia circa il 5% del totale).
Ritardi e difficoltà nelle prenotazioni
A riscontrare difficoltà durante la fase di prenotazione di visite e/o esami strumentali presso il SSN è oltre l’80% della popolazione: è ciò che emerge dall’analisi dei questionari compilati da un campione di persone tra i 25 e i 79 anni, sia uomini che donne, provenienti da tutte le Regioni d’Italia.
Di questi, solamente il 27% ha deciso di aspettare fino all’arrivo del proprio turno. Di contro, la maggioranza dei pazienti ha ripiegato su una soluzione alternativa: prenotando la medesima prestazione presso un ambulatorio o una clinica privata (in media, tra visite ed esami, il 65% degli intervistati), oppure optando per l’intramoenia (prestazioni a pagamento svolte all’interno di ospedali pubblici). O, ancora, cercando posto sempre in strutture pubbliche, ma di una provincia (o Regione) differente rispetto a quella di residenza o domicilio.
Una scelta obbligata nei casi urgenti
Di fronte ad una situazione come quella delineata dall’associazione Altroconsumo, viene naturale porsi una domanda: rivolgersi alla sanità privata può davvero essere considerata una scelta del singolo? O, al contrario, si tratta dell’unica via percorribile, soprattutto nei casi in cui la tempestività delle cure rappresenta un elemento cruciale per la salute – e, talvolta, per la vita stessa – del paziente?
Negli ultimi anni, poi, le prenotazioni nella sanità privata hanno raggiunto un livello di efficienza sempre più elevato, grazie all’introduzione di strumenti digitali – dai portali web alle app per smartphone – che consentono a ciascun utente di selezionare il luogo, il giorno e l’orario più congeniali per l’esame (o per la visita).
Pertanto, chi ha bisogno di prenotare un’ecografia all’addome completo in tempo reale o di prendere appuntamento dal dentista entro pochi giorni può affidarsi, ad esempio, alla start-up Cupsolidale, che offre un collegamento diretto con migliaia di strutture private in tutta Italia. Collegandosi al sito, inoltre, è possibile fare una comparazione tra i prezzi e trovare informazioni utili su ciascuna prestazione.
Le prestazioni sanitarie più richieste
Tra le figure specialistiche più ricercate, nell’arco del 2022, vi sono: otorinolaringoiatri, oculisti, dermatologi (soprattutto per la mappatura dei nei), urologi e ginecologi, ortopedici e cardiologi. Altrettanto richieste sono le prestazioni sanitarie erogate da infermieri e, in particolar modo, fisioterapisti.
Gli esami diagnostici e strumentali prenotati con maggiore frequenza, invece, sono le ecografie (specialmente l’ecografia all’addome completo, il cui costo oscilla tra i 50 e i 220 euro, per una media di 95 euro circa, e l’ecografia mammaria bilaterale, il cui prezzo va da un minimo di 36 euro ad un massimo di 165 euro, per una media di 75 euro circa). Seguono elettrocardiogramma, ecocolordoppler e radiografie: i prezzi di queste ultime variano non soltanto in base alla struttura scelta, ma anche a seconda della parte del corpo esaminata.