La consigliera regionale Valentina Paterna ha annunciato un tavolo di coordinamento per esaminare tutte le operazioni plausibili
VITERBO – “La Regione Lazio ha espresso l’intenzione di intervenire rapidamente sul problema dell’eccessiva presenza di cimici asiatiche nel comprensorio dei Monti Cimini: è una notizia positiva per gli agricoltori. C’è la volontà di tutti gli attori coinvolti e ora bisogna fare presto per mettere in campo gli interventi necessari“, così Settimio Discendenti, presidente della Cooperativa Produttori Nocciole, commenta l’esito dell’audizione del 16 ottobre 2023 presso la Commissione Agricoltura Ambiente della Regione Lazio, presieduta dalla consigliera Valentina Paterna, a cui la cooperativa ha partecipato in qualità di organizzazione di produttori (OP) insieme a sindaci, associazioni di categoria e Università della Tuscia.
L’agronomo Gianluca Santinelli, ha portato all’attenzione della Regione i disagi, i danni e le preoccupazioni dei propri soci di fronte alla seria minaccia costituita dalla cimice asiatica, le cui caratteristiche e i suoi potenziali danni per le coltivazioni e il territorio sono stati illustrati nel dettaglio dagli esperti dell’ateneo. L’obiettivo è richiedere un rapido intervento per debellare coltivazioni e centri abitati da questo insetto, che rischia di mettere in ginocchio l’agricoltura viterbese.
“Finalmente abbiamo potuto esporre la situazione – continua Discendenti – riscontrando un concreto interesse da parte della Regione ad affrontarla. Ciò avverrà non tramite una strategia unitaria, ma un insieme di soluzioni specifiche che necessitano di essere oggetto di analisi, come il lancio di un antagonista biologico. Questa ricerca deve partire subito, data l’unità di intenti, la complessità e l’onerosità del procedimento da seguire e la piena disponibilità del Servizio Fitosanitario Regionale, nella persona della dottoressa Alessandra Bianchi, che secondo norma coordinerà il tutto“.
Da parte della Cooperativa Produttori Nocciole sarà assicurato tutto il supporto possibile, di concerto con l’Università della Tuscia, i Comuni e gli attori interessati. La cooperativa ha richiesto anche un sostegno economico, dal momento che la lotta biologica richiede un lungo sforzo finanziario per effettuare tutti i passaggi richiesti e raggiungere risultati sufficienti.