CIVITAVECCHIA – Inquilini Ater su tutte le furie: 40 famiglie senza ascensore a San Liborio in un palazzo di 8 piani. Pec, segnalazioni, appelli e telefonate non sono serviti a nulla e la voce dei residenti del palazzo di via Frezza 3 sono rimaste inascoltate.
«Un anziano lunedì sera – dice uno degli inquilini – si è sentito male nel salire tutte quelle scale a piedi ed è stato portato in ospedale, non è possibile. Ci sono anziani, disabili e bambini: non possiamo restare senza ascensore».
Circa 40 famiglie sono bloccate e costrette a fare fino ad 8 piani a piedi per tornare nella propria abitazione e c’è chi non esce di casa da lunedì mattina, quando anche il secondo ascensore ha abbandonato il palazzo Ater. Eh sì perché il primo è rotto da circa due anni, in barba alle segnalazioni e alle richieste di riparazione inviate dai residenti.
«Mia madre è disabile – spiega un altro inquilino – e non riesce a scendere le scale, quindi è bloccata in casa. Assurdo».
C’è anche chi è riuscito a parlare con l’Ater e ha ricevuto qualche spiegazione riguardo la non idoneità dell’ascensore dopo un sopralluogo di un ingegnere della sicurezza.
«Mi hanno detto – spiega un terzo inquilino – che è stato bloccato perché non idoneo e che lo ripristineranno una volta cambiata la ditta». Si parla di tempi piuttosto lunghi e gli inquilini sono preoccupati. «Noi paghiamo l’affitto – grida un altro -, non è giusto e non si parli di atti vandalici, è ridicolo». «Già da ieri sera (lunedì per chi legge, ndr) – ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali Deborah Zacchei – mi sono messa in contatto con l’Ater.
Quello che mi preme è ripristinare al più presto l’ascensore perché in questi palazzi, uno a San Liborio, uno a viale Baccelli e uno a via Don Milani, ci sono anziani e disabili. Sono in contatto con gli inquilini».
Il colmo infatti è che lo sfogo social di una donna residente nel palazzo ha scoperchiato il pentolone e sono ben tre i palazzi ad avere ascensori non funzionanti. «Faremo un esposto – ha tuonato uno degli inquilini – come hanno già fatto altri». La situazione è esplosiva ed è necessario un intervento tempestivo per evitare atri episodi gravi come quello dell’anziano finito al San Paolo.