ROMA – “Leggo con gioia e – devo dire – con un po’ di stupore, dell’accordo sottoscritto tra i sindacati e l’Acea dell’ad Fabrizio Palermo in merito alle assunzioni a tempo indeterminato delle dipendenti che lavorano in appalto nel settore accoglienza della stessa azienda” dichiara in un comunicato Marco Di Stefano, capogruppo Noi Moderati-Forza Italia in Campidoglio.
“Se la memoria non mi tradisce” aggiunge il consigliere “l’accordo riguarda quelle stesse dipendenti che avevano lamentato comportamenti fuori dalle righe, addirittura misogini, proprio da parte di chi, oggi, le assume, ossia da parte dell’amministratore delegato Palermo“.
“Se da una parte non può che farmi piacere vedere finalmente la scelta politica dell’Acea di dare stabilità e dignità a lavoratrici che avevano situazioni contrattuali di precariato e part time” prosegue Di Stefano, “dall’altra mi incuriosisce non poco il metodo adottato. Sono curioso di sapere – e lo chiederò al sindaco Gualtieri utilizzando gli strumenti ispettivi di mia competenza – se la stabilizzazione dei precari in Acea è una volontà aziendale rivolta a tutti quelli presenti in azienda, o se a beneficiarne saranno solo quelle dipendenti che un po’ di tempo fa si sono dichiarate vittime di situazioni complicate ed imbarazzanti in cui era coinvolto l’amministratore delegato“.
“Per dare veramente dignità a queste lavoratrici” afferma il capogruppo “credo sia indispensabile fare chiarezza fino in fondo in una vicenda che ha destato grande scalpore solo qualche mese fa per poi finire nel dimenticatoio, nel silenzio anche, anzi soprattutto, delle combattive – a volte a ragion veduta, altre meno – colleghe dell’Assemblea Capitolina, di solito sempre attente e presenti in situazioni così delicate e importanti. Ci siamo trovati di fronte a silenzi e omissioni talmente ‘assordanti’ da non portare mai in discussione la mozione presentata dal centrodestra e da altre forze di opposizione allo scopo di chiarire quanto realmente accaduto. Occorre ora approfondire le modalità di questo accordo tra Acea e sindacati, affinché tale atto non sia percepito solo come espressione di una volontà di mediazione, l’epilogo di una triste storia annacquata con la complicità di chi si finge paladino o ancor meglio paladina dei diritti e della dignità delle donne“.
“Dinanzi a tanti dubbi” conclude Di Stefano “non intendo fermarmi: torneremo a parlare di questa vicenda con il maggiore azionista di Acea, ossia con Roma Capitale, e dunque con il Sindaco Gualtieri, che dovrà darci risposte chiare ed esaustive“.