La battaglia del passato governo a costringere tutti ad avere una carta di credito per pagare qualsiasi cosa regala agli italiani una brutta sorpresa
Le mani del fisco arrivano sui conti correnti dei contribuenti per velocizzare i pignoramenti. L’agenzia delle entrate riscossione avrà direttamente accesso telematico ai conti correnti dei debitori e potrà effettuare pignoramenti lampo non dovendo più chiedere informazioni agli istituti di credito che saranno direttamente intimati a pagare come creditori terzi.
Inoltre sale dall’8% all’11% l’aliquota sulla ritenuta applicata ai bonifici parlati effettuati per le detrazioni collegate ai bonus edilizi ed aumentano le imposte per coloro che detengono attività finanziarie o immobili all’estero con l’Ivafe che raddoppia passando dal 2% al 4% e l’Ivie che viene incrementata dal 0,76% al 1,04%. Prevista anche una stretta sulle compensazioni dei crediti Inps che potranno essere utilizzati solo con F24 telematici e previo invio della dichiarazione dei redditi. A livello generale stabilito uno stop totale della possibilità di effettuare compensazioni per i contribuenti con importi a ruolo scaduti o avvisi di accertamento esecutivi per imposte erariali e relativi accessori di importo superiore a 100 mila euro.
Queste sono alcune delle novità previste all’articolo 23 della bozza di legge di bilancio 2024 sulle misure di contrasto all’evasione e razionalizzazione delle procedure di compensazione dei crediti e di pignoramento dei rapporti finanziari.
Le mani del fisco sui conti correnti. Il riscossore avrà un diretto accesso telematico ai conti correnti dei contribuenti (debitori) e non dovrà più richiedere agli istituti di credito le informazioni relative alle disponibilità giacenti per procedere richiedere poi il pignoramento delle somme. Sostanzialmente quindi si velocizzano le procedure di circa 30 giorni e se la verifica ha consentito di individuare crediti del debitore nella disponibilità di uno o più operatori finanziari l’agente della riscossione redigerà e notifica telematicamente al terzo, senza indugio, l’ordine di pagamento. La notifica di pagamento deve essere fatta, a pena di nullità, anche al debitore non oltre trenta giorni dalla notifica al terzo.
Stretta alle compensazioni. Doppia stretta alle compensazioni, una a livello generale per i maxi debitori ed una ad hoc per i contributi previdenziali Inps. I contribuenti che hanno iscrizioni a ruolo per imposte erariali e relativi accessori o accertamenti esecutivi affidati agli agenti della riscossione per importi complessivamente superiori a 100 mila euro, per i quali i termini di pagamento siano scaduti e siano ancora dovuti pagamenti o non siano in essere provvedimenti di sospensione, avranno inibita la facoltà di avvalersi della compensazione. La compensazione dei crediti maturati a titolo di contributi Inps potrà invece essere effettuata a decorrere dal decimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione dei redditi da cui il credito emerge per gli iscritti alla gestione commercianti ed artigiani e alla gestione separata Inps. Per i datori di lavoro non agricoli la compensazione sarà spendibile a partire dal quindicesimo giorno successivo a quello di scadenza del termine mensile per la trasmissione in via telematica dei dati retributivi e delle informazioni necessarie per il calcolo dei contributi da cui il credito emerge o dal quindicesimo giorno successivo alla sua presentazione, se tardiva; dalla data di notifica delle note di rettifica passive. Per gli agricoli invece la compensazione si potrà utilizzare dalla data di scadenza del versamento relativo alla dichiarazione di manodopera agricola da cui il credito emerge.
Più care le imposte su attività e beni all’estero. L’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero (Ivafe), calcolata sul valore dei prodotti finanziari e dovuta proporzionalmente alla quota di possesso e al periodo di detenzione, raddoppia passando dal 2% al 4%. Sale anche l’imposta sul valore degli immobili situati all’estero (Ivie), imposta “specchio” dell’Imu, che passa dallo 0,76% al 1,06%.