Viterbo – E’ morto Nando Gigli, un gigante della Prima Repubblica

Sindaco di Viterbo e più volte consigliere comunale, presidente della regione Lazio e deputato. Da Andreottiano di ferro a Berlusconiano

VITERBO – E’ morto Rodolfo Gigli detto Nando. Era nato a Viterbo il 24 giugno 1935. Non un politico qualsiasi ma un vero e proprio gigante. Aveva 88 anni. In politica fin da giovanissimo.

Rodolfo Gigli, è stato sindaco di Viterbo dal 30 settembre 1970 al 28 luglio 1975 e presidente della Regione Lazio dal 27 luglio 1990 al 5 agosto 1992.

Esponente della Democrazia Cristiana, è stato sindaco di Viterbo dal 1970 al 1975. Eletto successivamente consigliere regionale per la Regione Lazio, ha, tra l’altro, ricoperto a lungo l’incarico di assessore regionale alla Sanità; quindi, nei primi anni novanta, è stato presidente della Regione Lazio e poi presidente del Consiglio regionale del Lazio.

Passato successivamente in Forza Italia, alle elezioni politiche del 2001 è stato eletto alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Tarquinia, sostenuto dalla Casa delle Libertà (in quota FI).

Nel 2004 diventa nuovamente consigliere comunale a Viterbo.

Nel 2005 si dimette da deputato e opta per riassumere la carica di consigliere regionale della Regione Lazio, dove è confermato anche nel 2010, peraltro nelle file dell’UDC[2].

Alle elezioni amministrative del 2008 si ricandida come sindaco di Viterbo, con il sostegno dell’Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini, ottenendo il 7,8% dei voti, piazzandosi al terzo posto e non accedendo al ballottaggio.

Rodolfo Gigli con a fianco un giovanissimo Giuseppe Fioroni

Nella Democrazia Cristiana è stato un punto di riferimento per la corrente Andreottiana. La destra dello scudo crociato. Molti altri viterbesi devono le proprie fortune politiche alle sue lungimiranti visioni come, ad esempio, il dottor Giuseppe Fioroni. Con lui divenne prima sindaco e poi deputato fino ad essere al momento l’unico ministro dello Stato che la Città di Viterbo abbia mai avuto.

Questa la sua scheda politica

Cognome e Nome: GIGLI RODOLFO
Data di nascita: 24/06/1935
Luogo di nascita: VITERBO (VT)
Titolo di studio: LICENZA DI SCUOLA MEDIA SUP. O TITOLI EQUIPOLLENTI
Professione: PROFESSIONI NON ALTROVE CLASSIFICABILI
Carica / Attribuzione Ente Data elezione Data entrata in carica Data cessazione Lista/Partito
Consigliere Regione: LAZIO 28/03/2010 15/04/2010 25/02/2013 PER IL LAZIO
Consigliere Comune: VITERBO (VT) 13/04/2008 30/04/2008 27/03/2011 UNIONE DI CENTRO
Consigliere Comune: VITERBO (VT) 13/06/2004 06/07/2004 26/02/2008 FORZA ITALIA
Consigliere Regione: LAZIO 16/04/2000 12/05/2000 17/02/2005 FORZA ITALIA
Consigliere Regione: LAZIO 06/05/1990 21/02/1994 24/04/1995 DC
Presidente del consiglio Regione: LAZIO 06/05/1990 21/02/1994 24/04/1995 DC
Presidente della regione Regione: LAZIO 06/05/1990 03/08/1990 05/06/1992 DC
Assessore effettivo Regione: LAZIO 06/05/1990 03/08/1990 19/04/1993 DC
Consigliere Regione: LAZIO 06/05/1990 01/06/1990 21/02/1994 DC
Consigliere Regione: LAZIO 12/05/1985 18/05/1987 21/03/1990 DC

IL CORDOGLIO E IL RICORDO DEL PRESIDENTE ROMOLI «È con il dolore più profondo nel cuore che  ho appreso la triste notizia della scomparsa di Rodolfo Gigli, detto Nando – le parole del presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli –Nando è stato un grande uomo, un amministratore capace e un politico attento e raffinato. Lo dimostra non solo la sua straordinaria permanenza come eletto nelle istituzioni locali e nazionali che ha servito con onore, ma anche e soprattutto il ricordo affettuoso di tanti cittadini della Tuscia. Per me Nando è stato un vero e proprio padre politico. È stato lui ad avermi spinto e stimolato fin da giovanissimo a dedicarmi alla cosa pubblica attraverso l’impegno nelle istituzioni locali e nel partito. Ed è stato sempre lui ad avermi indicato come segretario provinciale dell’Udc quand’ero poco più che ventenne. Con il suo carisma e il suo tratto caratteriale determinato e serioso, il “Presidente” (così eravamo soliti chiamarlo) generava in me e in noi tutti timore reverenziale e la consapevolezza di trovarci di fronte ad un gigante della politica locale, un leader indiscusso» .

«Nando ci ha insegnato che la politica deve sempre partire dal coltivare la conoscenza del territorio, dei suoi cittadini, dei suoi punti di forza e delle sue debolezze – aggiunge Romoli – E ci ha mostrato chiaramente che mai le scelte politiche devono essere elaborate per reazione ad un’azione, o peggio ancora ad una suggestione. A costituire gli strumenti con i quali affrontare l’azione politica devono infatti essere sempre la ponderazione, l’equilibrio e l’analisi fredda e scevra da pregiudizi ideologici o valutazioni soggettive. Con lui abbiamo realizzato il cosiddetto “gruppo di amici”, ovvero la possibilità di fare politica costruendo vincoli e legami di comune appartenenza e tentando sempre di risolvere con generoso slancio sia piccoli che grandi problemi, proprio come il popolarismo di Don Luigi Sturzo ci ha insegnato a fare. Anche in questi ultimi anni in cui Nando si è volutamente ritirato dalla vita politica attiva, mi è capitato spesso di andarlo a trovare o di sentirlo telefonicamente per aggiornarlo sulle vicende attuali: in ogni occasione ho sempre trovato una persona lucida, aggiornata e informata dalla quale ottenere spunti di riflessione e validi consigli. Democristiano e vicino al presidente Andreotti, Nando ha servito Viterbo, la Tuscia, il Lazio e l’Italia intera con assoluta dedizione. Non è infatti un caso se lo ricordiamo ancora oggi come uno dei migliori presidenti che la Regione Lazio abbia mai avuto».

«Con Nando se ne va un pezzo di storia della Tuscia, ma i suoi insegnamenti rimangono. – sottolinea Romoli – Anzi, ora più che mai chi si rifà a quel modello politico avrà la responsabilità di dare continuità alla nostra tradizione culturale e politica di democratici cristiani senza timore alcuno, fieri di quello che siamo stati e che siamo ora. È un giorno davvero triste per la provincia di Viterbo. È un giorno triste anche per me e per tanti amici con i quali abbiamo condiviso esperienze di vita amministrativa e rapporti di appartenenza partitica comune. Noi non lo dimenticheremo mai. Ai familiari di Nando, ai suoi cari e ai suoi amici, giungano le mie più sentite e affettuose condoglianze. Il loro dolore oggi è anche il mio».