Presentata dal filosofo Aurelio Rizzacasa vedrà momenti dedicati a Fellini e Pasolini
VITERBO – Inaugura oggi, venerdì 10 alle ore 17, al museo etrusco Rocca Albornoz di Viterbo, la mostra dello scultore Fiorenzo Mascagna, “Sulle tracce del visionario” , chiude il ciclo delle esposizioni che l’artista ha dedicato per un anno intero alle dimore storiche nel suggestivo rapporto tra passato e arte contemporanea. Il tema del visionario e la dedica a Fellini nel trentennale dalla morte, sono gli indizi che conducono lo spettatore all’interno dell’esperienza visiva e sensoriale a metà strada tra la scultura e l’immagine quadro, tra il racconto e la filosofia. Fiorenzo Mascagna non condensa l’immagine ma la frammenta nell’ironica volontà di veder ricomposte le parti delle fratture. La plasticità tradizionale è in questo caso superata dalla riformulazione dell’idea scultorea ottenuta mediante materiali che normalmente non dialogano tra loro come pietre, legni e vernici per auto.
A presentare la mostra il filosofo Aurelio Rizzacasa, con i monologo di Pietro Benedetti sul tema del visionario. La mostra, immaginata come contenitore di qualità vedrà sabato 11 novembre, un importante momento dedicato a Fellini che ha ispirato il percorso espositivo e, dal quale, Rosella Lisoni prenderà spunto per traghettare la platea verso la conoscenza intima del regista italiano legato a Viterbo. Sempre Rosella Lisoni, venerdì 17 intervisterà Roberto Chiesi, responsabile del Centro Studi-archivio Pasolini sul libro “Pasolini il fantasma del presente 1970-1975”.
Il finissage della mostra di domenica 19 novembre sarà dedicato alla presentazione del libro di Aurelio Rizzacasa “Che cos’è la filosofia”.
Fiorenzo Mascagna, un artista della nostra terra
Nato a Caprarola (Viterbo) il 18 agosto del 1959. Si è diplomato in scultura con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Viterbo. Allievo di Michelangelo Conte a sua volta allievo di Prampolini, ha seguito un percorso formativo caratterizzato da discipline legate alla psicologia del colore e alla teoria della forma. Durante il corso degli studi ha frequentato parallelamente i laboratori artigiani della pietra e del legno, dove ha appreso le fondamentali metodologie costruttive delle quali l’artista è un profondo conoscitore. Per quasi un decennio, lo scultore, è stato titolare della cattedra di “Teoria della Percezione e Psicologia della Forma” presso la medesima Accademia di Belle Arti di Viterbo che lo ha visto studente. La sua ricerca ha avuto come campo di indagine il superamento delle distinzioni tra tradizione e contemporaneità. L’aver insegnato la disciplina che fu di klee al Bauhaus, ha consentito all’artista di approfondire le teorie sulla figurazione. Se il punto di partenza dell’artista è stato l’astrattismo, nel corso degli anni, maturata la convinzione della necessità di coinvolgere nella sua opera elementi di stretta contemporaneità, è approdato al surrazionale.