Il ministro della Giustizia Alina Gorghiu non l’ha presa bene e vuole a tutti i costi l’ex politico del PSD in carcere (in esclusiva la decisione della Corte d’Appello di Bari). Il caso del “barone” rischia di diventare internazionale
BUCAREST – Evidentemente la sentenza del Tribunale di Bari e l’accoglimento da parte della CEDU il ministro ha annunciato giovedì scorso che i magistrati italiani hanno sospeso per il momento la consegna del detenuto latitante Ionel Arsene per motivi di salute.
Infatti il ministro di Giustizia romena, Alina Gorghiu, ha rilasciato dichiarazioni durissime nei confronti dei giudici italiani e nei confronti dei legali che stanno difendendo il “barone del Psd”.
La Corte d’Appello di Bari ha sospeso per il momento la consegna di Ionel Arsene per motivi medici e non è da considerarsi, come invece lo etichettano, “latitante”. Lui è sempre stato reperibile e disponibile con l’autorità giudiziaria italiana e non si è mai sottratto a controlli o chiamate.
Strasburgo accoglie il ricorso di Arsene per violazione di giusto processo contro la Romaniapsd
“Gli esperti nominati dal tribunale faranno la perizia richiesta dagli avvocati (per scoprire se ha problemi mentali), per vedere se la sua situazione medica è confermata”, ha detto Alina Gorghiu. Respinge le accuse rivolte allo Stato romeno che avrebbe aspettato a lungo prima di decidere per l’estradizione.
“E’ sospeso solo fino a quando non si otterranno i risultati della perizia e speriamo di effettuare il passaggio di consegne alla fine. Il sistema penitenziario in Romania ha un posto per curare i detenuti, ci sono ospedali penitenziari per tutti i tipi di malattie”, ha detto ancora il ministro della Giustizia. I funzionari del ministero della Giustizia hanno detto che la Corte europea dei diritti dell’uomo non si è ancora pronunciata sul caso, con solo la Corte d’Appello di Bari che ha sospeso il passaggio di consegne.
Alina Gorghiu ha infine sottolineato di essere molto determinata a portare qualsiasi “fuggitivo” a scontare la pena nel Paese: “Questo incidente mi rende ancora più determinata negli sforzi che il Ministero della Giustizia, insieme ad altre autorità, farà per riportare nel Paese qualsiasi fuggitivo, indipendentemente dal suo nome, indipendentemente dal Paese in cui si trova”.
Il ministro ha già annunciato che gli avvocati di Ionel Arsene hanno notificato la denuncia alla Corte europea dei diritti dell’uomo, sostenendo che il suo diritto alla vita è stato violato in Romania e che sarebbe stato sottoposto a trattamenti inumani e degradanti, contestualmente alla richiesta di sospendere la sua consegna e all’ordine di una perizia medica per accertare la sua capacità mentale.
SOSPENSIONE CONSEGNA ARSENE IONEL (1)Il problema che queste dichiarazioni non fanno altro che confermare la tesi dei legali di Ionel Arsène che sostengono come ai “nemici politici” sconfitti alle urne sia stata scatenata una caccia e una vendetta al limite dei diritti umani. Il ricorso presentato alla Corte di Giustizia Europea è fondata proprio su questi principi che non possono essere sostituiti o prevaricati per vendette politiche personali senza tener conto della vita dell’essere umano stesso.
La battaglia legale è tutt’altro che chiusa. Per una perizia come quella chiesta dal Tribunale di Bari ci vorranno mesi se non anni prima di arrivare ad una diagnosi inattaccabile.
Nel frattempo la Corte di Giustizia Europea potrebbe addirittura annullare il mandato di cattura internazionale e garantire l’asilo politico (visto che comunque il politico romeno ha la doppia cittadinanza) a Ionel Arsène.
La giustizia italiana, come sostengono i legali del “barone”, ha preso atto di documentazione oggettiva e non di ricostruzioni frutto di strategie difensive e si dicono convinti che i periti nominati dal Tribunale non faranno altro che confermare il precario stato di salute e di equilibrio mentale di Arsène.