È di 359 euro la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2023 da una famiglia residente nel Lazio, rispetto ai 320 euro della media nazionale, con alcune variazioni fra i singoli capoluoghi di provincia: si va dai 302 euro di Frosinone ai 460 euro di Latina dove la spesa media a famiglia, rispetto al 2022, è aumentata di oltre il 30%. È questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di “Cittadinanzattiva”. L’indagine, sul costo sostenuto nel 2023 per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prende come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri. Sono 54 i capoluoghi in cui si registrano aumenti della tariffa, soltanto 20 quelli in diminuzione: l’incremento più elevato è a Latina, la riduzione più consistente a Imperia (-23,3%).
Latina è il capoluogo nel Lazio in cui si paga di più per la tassa sui rifiuti, e tra i 10 più cari a livello nazionale. Ma è anche quello in cui nell’anno in corso è stata registrato l’aumento più alto, pari al 31,2%.
Frosinone è il capoluogo nel Lazio in cui si paga di meno (302 euro). Mentre Viterbo è rimasta stabile.
Latina, ha avuto un aumento di ben 109 euro rispetto al 2022 e Rieti di 24 euro, anche a Frosinone si pagano 3 euro in più rispetto al 2022, mentre Viterbo è l’unico capoluogo laziale dove l’importo è rimasto invariato, 319 euro da un anno a questa parte.
I dati a livello nazionale
Come si evince dal report, a livello nazionale la spesa più elevata si registra al sud, con ben sette capoluoghi di provincia meridionali nella top ten dei più cari, guidati da Catania dove una famiglia spende mediamente 594 euro all’anno. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è quella delle Marche (250 euro); fra i capoluoghi di provincia è Udine quello meno caro, con una spesa media a famiglia di 181 euro, tre volte in meno che a Catania.