VITERBO – “La Carità è un germoglio di futuro” è scritto nella copertina del Rapporto 2023 che la Caritas Diocesana di Viterbo ha presentato durante il convegno “La comunità che accoglie. Azioni innovative e politiche sociali a supporto delle fragilità”. Un germoglio che a Viterbo, grazie ai tanti volontari e alla determinazione di chi è chiamato a coordinarne le attività, cresce in maniera evidente.
L’inaugurazione del nuovo Centro di ascolto diocesano e della Mensa sociale, hanno mostrato in maniera tangibile quanto la solidarietà, l’accoglienza e la vicinanza verso gli ultimi sono un grande dono di speranza. Come ha ricordato il sua eccellenza il vescovo della Diocesi di Viterbo, monsignor Francesco Orazio Piazza, la solidarietà è una speranza che si costruisce insieme, che si alimenta della condivisione e della collaborazione di tutti gli attori che possono, a loro modo, contribuire a sostenere chi è in difficoltà.
Un monito che invita tutti a fare la propria parte.
“Come ho avuto modo di esprimermi durante il convegno della Caritas, presenterò in consiglio comunale, un ordine del giorno, o una proposta per il bilancio che ci accingiamo ad approvare, sul tema della solidarietà, della carità e del volontariato, – dichiara la consigliera comunale Luisa Ciambella – affinché i fondi comunali destinati alla povertà abbiano un incremento significativo. È necessario che l’impegno comunale a sostegno della povertà – che oggi con circa 180mila euro rappresenta poco meno del 3% dei fondi a bilancio comunale per il sociale – possa aumentare proporzionalmente negli anni superando almeno il 5% della quota a bilancio per le politiche sociali. Sarà un lavoro che metterò a disposizione dei consiglieri comunali e dell’amministrazione affinché, senza pregiudizi di appartenenza, si possa concretamente realizzare un percorso virtuoso di sostegno alla povertà.
La solidarietà è un grande patrimonio culturale che non può essere svilito dalla tentazione del “favore”, ma deve essere ogni giorno il seme di una società che difende il bene comune, coltiva il germoglio di un futuro senza lasciare indietro nessuno”.